La sfida di Golia
Il meccanismo del rank di Google e davvero semplicissimo ma per comprenderlo a fondo e bene cercare di fare un esempio pratico. Il sistema, in pratica, non fa altro che attribuire un punteggio di qualità al sito. Tale punteggio viene determinato facendo un semplice calcolo che vede protagonisti sia le query univoche che quelle che riguardano il sito nello specifico. Non si tratta altro, dunque, che di una correlazione che confronta l’autorevolezza di un dominio con la quantità di volte in cui gli utenti ricercano un determinato brand. A tale riguardo, e interessante tenere conto del fatto che i brand più grandi sembrano piazzarsi nelle posizioni più alte della classifica molto semplicemente perché appaiono più autorevoli sul mercato. Basti pensare, a titolo di esempio, a colossi del calibro di Virgin, Thomson e Thomas Cook. A questo punto, vale la pena elencare i 20 brand più importanti che sono apparsi facendo una ricerca in chiave SERP. Questa ricerca e stata effettuata sia tenendo conto delle parole chiave che dei volumi di traffico mensili. Ecco i risultati:
- Thomas Cook: 1,400,000
- Thomson: 992,000
- Virgin Holidays: 224,000
- Travel Supermarket: 139,000
- Lastminute: 75,000
- Kuoni: 43,000
Il mercato
Sono certo del fatto che, operando sul mercato, sapete bene come vendere e, soprattutto, come comportarvi nei confronti dei concorrenti, utilizzando al meglio strumenti come, ad esempio, Sistrix, SEMrush e Searchmetrics. Grazie ad essi si ha la possibilità di potenziare notevolmente la propria visibilità rispetto ai propri concorrenti. Ma come fare per riuscire a indicizzare il proprio sito sul web? La cosa migliore da fare e sfruttare le parole chiave utilizzate dai brand più grandi. In ogni caso, non bisogna dimenticare che analizzare l’intero mercato potrebbe rivelarsi controproducente. Essendo troppo ampio, infatti, si potrebbe rischiare di disperdere l’interesse. Corretto, invece, e ragionare solo ed esclusivamente in funzione delle singole categorie. Per fare un esempio pratico, un sito di viaggi che riguarda la Thailandia parte da una base di circa 480 parole chiave che corrispondono a circa 69.000 visite. Come e facile intuire, si tratta di una quantità considerevole di traffico. A questo punto, pero, una domanda sorge spontanea: perché la Virgin ha una indicizzazione ben cinque volte più grande rispetto alle aziende minori? Per rispondere a questo interrogativo e sufficiente ragionare in merito al peso del dominio di riferimento e all’autorevolezza del brand. Come detto in precedenza, ad influire sono più variabili che devono essere analizzate in maniera rigorosamente aggregata per essere comprese. Se ad influire fossero solo i collegamenti ad un determinato sito, di sicuro il risultato sarebbe diverso oltre che molto più mutevole nel tempo.
Link
Come tutti coloro che conoscono i meccanismi che stanno alla base della SEO, sono consapevole che i link non sono le uniche variabili da tenere in considerazione, anche se sono tra le più importanti. Per comprenderne il ruolo e sufficiente prendere in analisi alcuni dei domini più noti e mettere in correlazione i dati in riferimento all’importanza del brand, il volume e la quantità dei link. A seguito di questa analisi sara davvero molto facile giungere alla conclusione che se si analizzasse l’importanza del brand tenendo conto solo della sua autorevolezza o dei link si otterrebbero risultati tali da sconvolgere l’attuale andamento del mercato. Il discorso, quindi, cambia quando si tengono in considerazione le parole chiave. In questo caso, infatti, i domini migliori risultano essere decisamente minori ed e destinata ad abbassarsi in maniera drastica anche la qualità dei link. In termini molto più pratici, più sono i link e più alta sara la qualità anche di un brand medio-piccolo.
I rispettivi ruoli
Dopo aver parlato dei link, e necessario soffermarsi in merito al loro ruolo e, per tale ragione, e fondamentale analizzare la frequenza cosiddetta di rimbalzo di Alexa. Grazie a questa analisi si ha la possibilità di capire come alcuni de brand più importanti riescano ad avere risultati a dir poco positivi tanto da rappresentare un vero e proprio focus per Kuoni. Un aspetto da non sottovalutare riguarda il fatto che abbiamo a che fare con pagine relative a vacanze su misura, a cui vengono collegati sotto-domini capaci di aumentare notevolmente la cosiddetta frequenza di rimbalzo e, allo stesso tempo, di diminuire il tempo che si trascorre sul sito. Ciò allo scopo di ottenere vantaggio dal fatto di trovarsi tutti nel medesimo sito.
Pagine indicizzate
Dopo tali riflessioni, mi sono voluto soffermare anche in merito ai contenuti in riferimento alle pagine indicizzate, ad esempio, prendendo in analisi il tema della Thailandia sui vari siti di turismo. Facendo tale ricerca, sono giunto alla conclusione che, anche in questo caso a titolo puramente esemplificativo, pur essendo Kuoni significativamente meno rilevante in termini di volume globale in riferimento alla ricerca del brand sul web, ha registrato numeri davvero interessanti se si prendono in considerazione solo le pagine in cui compare la parola chiave Thailandia. Ciò sta a significare che il brand sta lavorando sui contenuti in modo tale da pilotare la propria visibilità attraverso le stesse. Questa riflessione mi ha fatto capire che, nel caso in cui si dovesse ampliare il numero delle parole chiave prese in considerazione, Kuoni otterrebbe una posizione in classifica molto più alta rispetto ai grandi brand. Tra l’altro, e utile precisare che Kuoni ha scritto molti contenuti anche sulla pagina di destinazione principale, creando molte pagine di destinazione e utilizzando la parola chiave per tutte le località menzionate. Inoltre, ha dato forma ad una strategia di collegamento interno tra le pagine al fine di rendere funzionale questo meccanismo.
Conclusioni
Se sei alla prese con la gestione di una strategia digitale per un grande brand, non devi perdere l’occasione di sfruttare il potenziale che esso ha al fine di posizionarlo nella maniera migliore sul web. Tale potenziale, pero, non e sufficiente per riuscire a dare seguito ad una strategia abbastanza forte. Come abbiamo visto, infatti, nonostante la conoscibilità dei brand più grandi, le aziende di piccole e medie dimensioni hanno la possibilità di poter catturare traffico creando pagine cosiddette di destinazione pertinenti e particolarmente approfondite. Riassumendo le riflessioni fatte poco sopra, Kuoni, ad esempio, e perfettamente in grado di competere con i giganti dell’industria del turismo quando si ha a che fare con la visibilità di specifiche località. Ciò non vale, pero, se si ragiona in termini di autorevolezza del dominio in linea generale. Per questo motivo, aziende come Kuoni si stanno sempre di più concentrando sulla creazione di contenuti sempre più autorevoli e dettagliati in merito alle singole località per rappresentare un’alternativa ai big del mercato. A questa riflessione ne segue un’altra altrettanto interessante. Indipendentemente dal numero delle parole chiave analizzate e dai brand in merito ai quali e stata effettuata la riflessione in questione, appare chiaro che tutte le aziende hanno un margine di crescita notevole producendo contenuti sempre più dettagliati. Questa consapevolezza va in controtendenza con l’abitudine di fornire un’altra tipologia di contenuti che nulla ha a che vedere con la SERP e che non fa altro che rendere i contenuti stessi poco appetibili e, dunque, difficilmente indicizzabili. Concludendo, chi ha intenzione di generare traffico sul proprio sito non deve fare altro che creare contenuti elaborati in ottica SEO. Scrivere un testo in cui si spiega quali sono le cose che si possono fare, a titolo esemplificativo, a Phuket, può fornire un traffico medio di circa 3.600 contatti al mese.