Fare le cose giuste dal punto di vista della SEO per un e-commerce aziendale può rivelarsi davvero impegnativo. Spesso è necessario unire fonti molto diverse di dati relativi ad un prodotto in un unico sistema, per fare in modo che tutto funzioni in maniera corretta. Un e-commerce è formato da troppe pagine, impossibili da curare una per una manualmente. E nella maggior parte dei casi, le tecniche SEO non rappresentano la miglior fonte di traffico possibile, pertanto, potrebbe essere necessario lavorare su altre priorità. Insomma, gestire un portale di questo genere può essere davvero complicato.
Molti sviluppatori stanno cercando di capire come affrontare i problemi offerti dalle strategie SEO più adatte per un e-commerce. Inizialmente, i siti che applicheranno queste nuove tecniche acquisiranno un certo vantaggio, finché tutti correranno a copiare quelle determinate strategie, che in men che non si dica diverranno nuovamente obsolete. Ma credo che per arrivare a questo punto debbano passare ancora alcuni anni.
Fino ad allora, può essere vantaggioso tener conto di alcuni stratagemmi utili ad ottenere un certo vantaggio in termini di SEO rispetto alla maggior parte dei principali operatori del commercio online. Quali? In realtà si tratta semplicemente di evitare i loro errori più comuni.
Quando la navigazione non è ben curata, è possibile avere più URL rispetto al totale dei prodotti presenti sul sito. Chiaramente, questo vuol dire che qualcosa è andato storto.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalle aziende così spaventate di creare troppe pagine da evitare di indicare tutti contenuti sulla pagina principale. Ciò può impedire l’indicizzazione di pagine potenzialmente preziose e potrebbe non risolvere i problemi di ricerca creati da eventuali difficoltà di navigazione.
Esiste una via di mezzo che in pochi cercano di percorrere. Durante la riparazione di uno specifico argomento all’interno della navigazione filtrata, un buon punto di partenza potrebbe essere rappresentato dall’utilizzo di un ordinamento dinamico AJAX per gli attributi di minore entità, in modo che gli utenti possano perfezionare la ricerca del prodotto desiderato senza modificare l’URL.
2. Scarsa velocità del sito
Esistono molti dati che inquadrano l’impatto della velocità di un sito sui tassi di conversione e di rimbalzo. Un paio di secondi in più o in meno possono fare una grande differenza nel coinvolgimento degli utenti. Allora perché coloro che vendono al dettaglio sembrano competere per caricare quanti più script esterni? Il mercato al dettaglio ha investito poco in termini di velocità e ha sovradimensionato le funzionalità che inducono ritardi in cambio di benefici marginali. Tuttavia, così facendo si rischia di danneggiare ed annoiare l’utente.
La mia esperienza mi suggerisce che i vantaggi offerti dalle tecniche SEO sulla velocità di caricamento delle pagine non sono ancora così sostanziali come può esserlo l’impatto offerto dall’ottimizzazione delle conversioni. Con tutte le informazioni che Google sta condividendo circa i vantaggi offerti all’utente dai siti veloci e semplificati, è solo una questione di tempo affinché la velocità diventi un fattore di rilievo. Tuttavia, quando si tiene conto dell’impatto UX, non c’è alcun motivo per attendere.
3. Supporto delle Sitemap XML per l’indicizzazione
Se c’è un semplice elemento SEO che ogni gestore aziendale dovrebbe ricordare sempre, è che ogni pagina deve possedere un percorso di scansione per godere della possibilità di classificare le query più competitive. Esistono numerosi metodi emozionanti (soprattutto dal punto di vista di chi è pagato per sistemare i siti web) per fare in modo che i siti siano in grado di contenere una gran percentuale dei loro prodotti o di altre pagine importanti facenti parte della loro architettura digitale.
Uno degli errori più comuni è quello di realizzare una pessima impaginazione, creando un numero quasi infinito di URL. La conseguenza di quanto detto sarà l’assenza di una qualsiasi forma di generazione logica dei collegamenti, che non sarà in grado di assicurare un percorso univoco di scansione ad ogni prodotto.
Se non sei sicuro di avere un percorso di ricerca appropriato, indaga il tuo sito e scopri se vengono visualizzate tutte le pagine più importanti. Se non sei in grado di effettuare una scansione completa del tuo sito, significa che hai troppe pagine o hai bisogno di un motore di ricerca migliore. Se hai un sito molto grande, probabilmente hai bisogno di aiuto con entrambe le cose. Se stai spendendo molto tempo guardando la dashboard delle sitemaps in Google Search Console chiedendoti perché le tue pagine non vengono indicizzate, è molto probabile che queste non abbiano un buon percorso di scansione.
4. Utilizzare tag completamente errati
Molti siti e-commerce presentano tag in conflitto sulle loro pagine, generati da strumenti di tagging non ottimali. Ho visto almeno due siti e-commerce gestiti da Fortune 500 che riportano tutte le pagine del sito sulla home page, il che equivale a suggerire a Google che nessun’altra pagina del portale ha nulla da offrire. Ho visto un’infinità di siti realizzare il tagging della propria impaginazione in maniera errata, il che è sorprendente, considerato che si tratta di una specifica spiegata in maniera molto chiara.
Sospetto che l’onniscienza di Google a volte ostacoli l’adozione di norme precise. La gente pensa di poterle anche non rispettare e Google finisce per scoprirlo. A volte accade, altre volte no. E spesso, anche se Google è in grado di scoprire tutti i tuoi errori, ciò rappresenta una perdita, specialmente se devono essere monitorate pagine extra per farlo.
5. Strani URL
Ecco un breve esperimento. Mettiamo da parte per un attimo la SEO e consideriamo due URL diversi che potremmo trovare in una SERP:
Sito 1: www.madfancylad.com/c/armani-fedoras
Sito 2: www.bromendous.com/search?product%20line=fedora&brand=Armani&REFID=23ghaWHY23093482
Quale sito sembra rendere le cose più chiare all’utente e quale sembra rendere le cose più semplici soltanto a se stesso? Che tipo di azioni consce ed inconsce potrebbe eseguire un acquirente di fronte a ciascuno di essi?
La mia esperienza è che gli URL brevi, chiari e concisi tendono ad ottenere un buon ranking ed un maggior traffico rispetto agli indirizzi lunghi e troppo carichi di parametri. Esistono alcuni studi specifici che supportano questa teoria. Non riesco a considerare definitiva nessuna delle ricerche già effettuate, ma so bene cosa sceglierei per il mio sito.