Si tratta di una specie di feed di news, ognuna delle quali è raccolta in una scheda a sé stante: l’utente le può scorrere tutte e cliccare esclusivamente su quelle di proprio interesse, venendo reindirizzato al sito relativo e alla pagina specifica. Inutile aggiungere che la sua comparsa ha scatenato la curiosità degli utenti ma soprattutto l’interesse delle aziende, dei webmaster e dei siti/blog che desiderano apparire in questa fantomatica raccolta. Poche sono le indicazioni che vengono fornite dal motore di ricerca circa il funzionamento di Discover se non un laconico riferimento ad un algoritmo che selezionerebbe le informazioni in base alle interazione e alle preferenze dimostrate da ogni utente. Questa nebulosità ha scatenato ancora di più le curiosità degli utenti. Cerchiamo allora di fare luce su questo fitto mistero e scoprire qualcosa di più su Discover Google attraverso un’analisi delle informazioni fornite dal motore di ricerca ma anche lo studio di un caso pratico.
Che cos’è Discover di Google
Discover di Google è il servizio che da quasi un anno ha sostituito i classici feed che prima erano visibili accedendo alla homepage di un dispositivo Android, sia smartphone che tablet. In pratica si tratta di una raccolta di notizie di vario genere che viene proposta all’utente appena accede al web: cliccando sulla singola scheda si viene indirizzati immediatamente al sito che contiene la pagina/notizia in questione. Il software su cui si basa il funzionamento di Discover è strettamente legato a quello dell’assistente digitale del motore di ricerca in quanto le informazioni riportate nella raccolta sono selezionate in base agli interessi dimostrati dall’utente e alle interazioni con il web che ha avuto nel corso del tempo. Ovviamente le ricerche effettuate attraverso Google da quello specifico dispositivo sono la prima fonte di informazione, sempre che l’utente non abbia provveduto a disattivare la memorizzazione delle ricerche, un’impostazione che in realtà pochi utenti sfruttano.
Un altro elemento che contribuisce alla definizione dell’elenco delle informazioni da presentare in Discover è quello della geolocalizzazione: Google ovviamente tende a riportare soprattutto notizie legate al territorio di riferimento, quindi se l’utente verifica la pagina di cronaca locale o cerca un ristorante in una zona specifica, i feed di Discover saranno concentrati in quel territorio. Infine sappiamo che i comandi vocali dati all’assistente virtuale sono materia di studio per selezionare le informazioni più pertinenti per l’utente. Discover, però, non prevede esclusivamente una funzione passiva ma consente anche all’utente di poter dire la sua, impostando le informazioni di maggiore interesse scegliendo fra le varie categorie a disposizione: le opzioni sono numerose e comprendono anche informazioni su orari e biglietti aerei, ferroviari, etc. Viste le specifiche del servizio Discover, quindi, è evidente che le aziende abbiano grande interesse nel comparire in questa selezione di notizie perché per loro rappresenta una forma di pubblicità non invasiva e non percepita come tale ma soprattutto dà molta visibilità gratuita alle realtà che riescono periodicamente a comparire nei feed.
Come fare per essere presenti in Discover
Sono tante le aziende che si chiedono quale sia la procedura per far parte dei feed di Discover oppure quali tecniche possano agevolare l’inserimento in questo speciale elenco. Come sempre quando si tratta di posizionamento oppure di argomenti affini, Google non offre informazioni chiare sulle sue procedure e parla genericamente di algoritmo che prende in considerazione gli elementi che abbiamo prima menzionato. Quando, però, nelle Faq a disposizione per i webmaster viene posta la domanda specifica su quali procedure adottare per essere selezionati in Discover, si riesce ad ottenere qualche informazioni in più. Ad esempio occorre che i contenuti delle proprie pagine siano interessanti, di una lunghezza adeguata e ben strutturati oltre che ovviamente in linea con gli interessi degli utenti. Per questo motivo il motore di ricerca spinge i webmaster a prestare molto interesse al content marketing del sito. Inoltre vengono privilegiati i testi che siano accompagnati da immagini di qualità che siano almeno 1200 pixel.
A proposito delle immagini, Google offre un’informazione in più: è importante verificare la possibilità da parte di Google di mostrare le immagini di alta qualità che accompagnano il tuo testo. Per rilasciare l’autorizzazione esplicita puoi utilizzare il formato AMP oppure inoltrare la domanda attraverso lo specifico form che è raggiungibile con questo link. Serve altro? No o almeno Google non lo specifica nelle sue linee guida. Bastano contenuti interessanti, immagine di alta qualità e la relativa autorizzazione alla pubblicazione. Un piccolo suggerimento che si può aggiungere, però, è quello di individuare i macro argomenti che sono di più interesse per il proprio target di riferimento e preparare un calendario editoriale che possa soddisfare queste preferenze, così da moltiplicare le possibilità di essere selezionati per Discover.
Case history: che cosa accade in Discover
Per cercare di rendere più chiaro il discorso, ecco una case history che puoi analizzare per capire benefici e modalità di Discover. Il sito che si prende in oggetto è quello di un blog dedicato alle news del mondo del web marketing e della SEO: nel 2019 tre articoli pubblicati su questo blog finiscono in Discover (la verifica di questo avvenimento può essere fatto attraverso strumenti che potrai trovare nel paragrafo successivo). Che cosa accade ad un sito web quando viene selezionato per Discover? Prendiamo in esame i tre casi. Gli argomenti trattati nei tre differenti articoli riguardano rispettivamente gli strumenti SEO, il Whatsapp marketing e l’analisi SEO. In due casi su tre il blog ha ottenuto circa il 19% in più di visite rispetto alla media giornaliera. Questo aumento del traffico è andato via via scemando nei successivi quattro giorni. Le immagini che accompagnavano gli articoli presenti su Discover erano di qualità ma non altissima (circa 600 pixel).
Che cosa si può dedurre da tutte queste informazioni? Innanzitutto la centralità degli argomenti. I tre post trattavano tematiche ormai abbastanza note al grande pubblico e sempre oggetto di numerose ricerche online. I testi proposti erano ricchi di informazioni e con un contenuto originale e questo elemento è stato sicuramente premiante e, allo stesso tempo, non è stato penalizzante non avere immagini di altissima qualità. Inoltre la presenza di un articolo all’interno dei feed di Discover ha una durata di circa 3 o 4 giorni, periodo nel quale l’aumento della visibilità è pari al 19% delle visite usuali: un risultato non di poco conto se si considera che stiamo parlando di un blog che raggiunge appena i 1500 utenti al giorno. Essere presenti in Discover, quindi, è molto importante ed è un’opportunità che vale la pena favorire attraverso una grande attenzione per i contenuti.
Il monitoraggio di Discover attraverso Google Analytics
Per verificare l’effetto che l’inserimento di un tuo articolo in Discover potrebbe avere sul totale delle visite al sito, devi costantemente controllare le performance del sito sito stesso con uno strumento conosciuto come Google Analytics. Anche qui, però, c’è un problema. Infatti non esiste una voce di tracciamento dedicata in maniera esclusiva a Discover e devi arrangiarti al meglio per riuscire a capire quale sia quella giusta nelle tante voci dedicate alle fonti delle tue visite. Prendendo sempre in considerazione il blog di cui si parlava prima, appare abbastanza evidente dall’incrocio di una serie di dati che la fonte di provenienza quando si tratta di Discover potrebbe essere com.google.android.googlequickserachbox. Tieni d’occhio gli Analytics di Google e se trovi questa voce vuol dire che la tua strategia funziona e che Discover si è accorto di te. Ora non resta che continuare con la stessa strategia che ti ha premiato per un particolare articolo e verificare quanto questa opportunità possa incidere sul numero di visite.
Conclusioni
Discover di Google è un’opportunità fondamentale per i siti che riescono ad entrare nel box feed mobile Android non solo perché assicura una grande visibilità a quel determinato articolo e ovviamente al sito che lo ospita, ma pure perché è un elemento di posizionamento indispensabile per una corretta strategia SEO. Non tutti i contenuti, però, sono destinati a farne parte e il motore di ricerca Google non fornisce informazioni dettagliate su quali siano i criteri di selezione di quelli che verranno compresi e proposti all’utenza. Sicuramente una prima discriminante è rappresentata dalla geolocalizzazione in quanto l’algoritmo privilegia contenuti provenienti dalla stessa area geografica del lettore. Inoltre l’algoritmo prende in considerazione anche le abitudini dell’utente, le ricerche più recenti nonché i comandi vocali impartiti all’assistente virtuale.
C’è qualcosa che il webmaster può fare per agevolare questo processo? Certamente e non si tratta di nulla di così difficile e sconvolgente. Innanzitutto devi puntare ad avere contenuti di grande qualità, pertinenti rispetto a quelli più ricercati dalla tua utenza e soprattutto originali. Inoltre devono essere pensati in modo specifico per il tuo target di utenza, quindi dovranno essere abbastanza settoriali e di nicchia. Una buona idea può essere quella di migliorare il tuo engagement e quello dei tuoi contenuti attraverso la loro condivisione nei canali social che ti appartengono: in questo modo darai agli altri l’opportunità di commentare, interagire e ripostare, tutti elementi sempre molto apprezzati da Google per l’attribuzione del ranking. Infine devi prestare sempre molta attenzione alle immagini che devono essere di grande qualità e devono avere una risoluzione di almeno 1200 pixel anche se, in verità, in presenza di un contenuto particolarmente interessante e di grande interesse per il pubblico, anche una foto di media qualità viene premiata da Google.
Insomma, da quanto fino ad ora detto è evidente l’importanza di Discover per migliorare ulteriormente visibilità e posizionamento sul mercato ma questa possibilità comporta da parte tua un grande lavoro di preparazione e un costante monitoraggio dei risultati ottenuti.
Fonte
Articolo tratto da qui