Sfruttare il web per farsi pubblicità e acquisire clienti può essere uno strumento vincente per non incorrere nel rischio di vedere andare in fumo ciò che si è costruito in tanti anni di lavoro. La parola d’ordine categorica è resistere e proiettarsi al rilancio aziendale già da subito, in previsione della fine dell’emergenza sanitaria. Prepararsi alla ripartenza aiuterà la maggior parte delle imprese a non chiudere bottega e a recuperare gli affari perduti o rimandati, ma richiede il potenziamento dell’offerta di prodotti e servizi disponibili online.
Nel frattempo che l’emergenza finisca, è bene guardare con occhio attento ciò che sta accadendo, in modo da individuare i giusti passi da seguire.
Non tutti i settori subiranno gravi perdite legate al lockdown. Tra questi c’è proprio il commercio online, in particolare dei prodotti di primaria necessità, ma anche tanti servizi.
Secondo Nielsen, nella penultima settimana di marzo, per gli e-commerce si è avuto un aumento del +142,3% delle vendite di prodotti di largo consumo.
Ad ogni modo, le proiezioni di Confcommercio per ora non sono positive: l’Ufficio Studi prevede una perdita del PIL del 3% qualora il Paese tornasse alla normalità entro ottobre 2020, con una riduzione dei consumi di ben 52 milioni di euro. Queste stime incorporano anche gli aiuti previsti dal Governo con gli ultimi decreti. Secondo quest’ultima ipotesi, i settori di mercato che avranno maggiori perdite sono gli alberghi e la ristorazione con -23,4 miliardi di euro di consumi e i trasporti e acquisto autoveicoli con -16,5 miliardi. Non andrà meglio nemmeno alla cultura e tempo libero (-8,2 miliardi) e al settore dell’abbigliamento (-6,6 miliardi).
Se è vero che la crisi dei consumi è un pericolo per molte aziende, chi vende online sperimenterà un incremento delle vendite fisiologico dovuto alla serrata dei negozi e uffici.
In questa fase dunque, il commercio online risulta essere un potente alleato per la vendita di prodotti e servizi, e richiede un potenziamento o miglioramento della presenza delle aziende nel web.
Ciò vuol dire che chi vende online al tempo del coronavirus deve incrementare le sue conoscenze sui canali di conversione online, sul posizionamento SEO nelle ricerche e nell’ottimizzazione del proprio sito internet.
Verificare la salute del sito web: ceckup tecnico
Il primo aspetto da considerare è la verifica della salute tecnica del proprio sito. Tradotto in parole semplici, occorre verificare che funzioni bene e che sia responsive. Cosa significa responsive? Significa che il sito web deve adattarsi automaticamente alla visualizzazione su diversi dispositivi: smartphone, tablet o PC desktop. Infatti, a partire da settembre 2020 Google ha annunciato che nell’indicizzazione sarà data priorità ai siti web che saranno maggiormente responsivi sui dispositivi mobili e solo dopo sui PC desktop. Per semplificare le cose gli sviluppatori di Google hanno preparato una guida, ma è chiaro che rivolgersi ad un’agenzia web sia la scelta migliore.
Un altro elemento importante è rappresentato dai dati strutturati del sito. I dati strutturati sono meta-informazioni che vengono posizionate nel codice HTML, forniscono informazioni aggiuntive, aiutano i motori di ricerca a migliorare la classificazione dei siti web, a navigare meglio e ad individuare le relazioni tra le pagine. I dati strutturati si traducono in rich snippet attraenti, con immagini, ulteriori link da cliccare, valutazioni con stelle e altre caratteristiche. Ciò consente di ottenere accessi al sito anche se non è posizionato tra le prime posizioni di ricerca, grazie proprio alla maggiore attrattività dei link.
Come nella foto seguente
Si sa che anche l’occhio vuole la sua parte: rispetto ad un risultato classico ed uno esteticamente più stimolante l’occhio sceglie il secondo perché è più gradevole alla vista, è più facile da leggere e contiene più informazioni.
Ottimizzare il budget crawler
Migliorare il budget crawler significa ottimizzare il tempo e l’azione che Google o un altro motore di ricerca dedica all’analisi del sito. Ciò significa che se un sito ha contenuti disordinati, vecchi e poco ottimizzati il crawler acquisirà poche informazioni utili per il posizionamento nel motore di ricerca.
La cosa ideale da fare in questo periodo di lockdown da coronavirus è migliorare i contenuti del sito. Meglio partire dai contenuti più vecchi, dare una rinfrescata in modo che siano riproponibili oggi. Tutto ciò che è legato a fatti, prodotti e contenuti estemporanei è meglio eliminarlo.
Aggiornare i vecchi post significa recuperare nuovamente quel traffico di ricerca ormai perduto e rivalutare numerose parole chiave.
A volte ci sono prodotti trascurati per i quali non si sono inserite delle caratteristiche, oppure ci sono aggiornamenti del settore rispetto ai temi trattati.
Un’adeguata analisi dei contenuti a livello SEO permetterà di potenziare alcune parole chiave di ricerca o aggiungerne di nuove.
Studiare l’andamento del sito ed essere ottimisti
Oltre all’estetica e agli aspetti tecnici è necessario studiare l’andamento del sito e i risultati prodotti per comprendere punti di forza e i punti di debolezza. I report di conversione danno un quadro preciso su cosa bisogna fare ed è necessario lavorare in team con i collaboratori o l’agenzia web, soprattutto in questo momento in cui l’emergenza concede molto tempo libero.
Da un’analisi condivisa può emergere l’esigenza di cambiare il linguaggio con cui si è comunicato fin’ora, magari adattandolo ai ritmi e stili odierni.
Il tempo è prezioso ed è necessario essere ottimisti in questa triste emergenza sanitaria che, bisogna dire, passerà, e passerà molto presto.
Per cui c’è poco spazio per lasciarsi andare alla paura di non riuscire a superare le difficoltà di questo momento.
Il futuro prossimo vedrà una probabile nuova accelerata dello sviluppo del commercio online di prodotti e servizi di ogni genere ed è necessario mettersi subito nella giusta direzione.
Il sito web oggi non è più solo una vetrina ma è un negozio, un ufficio con tutti gli strumenti e servizi collegati. Tra questi rientrano i social e la newsletter, di cui non si può più fare a meno per restare in stretto e continuo contatto con i clienti.
Quando il coronavirus sarà passato saremo pronti ad affrontare al meglio la ripresa che seguirà e recuperare il terreno perso, con ottimismo!