Pur rallentando rispetto alle settimane precedenti, caratterizzate da un trend a doppia cifra, si registra ancora un +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. A darne notizia è Nielsen nel suo ultimo report di marzo, che monitora e confronta costantemente i dati delle vendite.
In Italia i trend di crescita si differenziano a seconda della zona. Nella penultima settimana di marzo la crescita maggiore su base tendenziale è del Nord Est con +8,9%. Trend che continua ad essere sostenuto anche al Sud con un +8,3%, mentre al Nord Ovest le vendite nella GDO si attestano ad un incremento del +4,2%. Fanalino di coda questa settimana è il Centro con un +2,3%.
Seppure limitate dalle dinamiche di afflusso ai negozi, gli accessi ai negozi sono rimasti invariati rispetto alla settimana precedente. Giovedì 19 (+25,9%) e Venerdi 20 (+25,1%) si sono registrati i picchi di flusso maggiori, con un forte calo nel weekend. Attualmente il venerdì risulta essere la giornata della settimana con maggiori vendite.
La crescita delle vendite per format distributivo
La penultima settimana di marzo è stata la seconda settimana di quarantena effettiva in tutto il Paese ed il rallentamento della crescita è chiaramente legato alle conseguenze dei decreti lockdown e di tutela sanitaria.
Infatti, le nuove procedure per l’accesso ai negozi rispondono all’esigenza del distanziamento sociale al fine di garantire maggiore sicurezza sanitaria, e ciò ha notevolmente ridotto l’afflusso ai grandi centri commerciali. L’altro fattore che pare aver calmierato l’afflusso verso i centri GDO è la presenza dei negozi di vicinato che consentono ai cittadini di effettuare gli acquisti di prima necessità limitando le distanze da percorrere.
Occorre sottolineare anche che le restrizioni emanate dal Governo hanno colpito la vendita di numerose tipologie di prodotti non essenziali, come l’elettronica di consumo e la cancelleria.
Per quanto riguarda il dettaglio dei format della distribuzione i negozi dove i clienti possono servirsi con maggiore autonomia come i Liberi Servizi registrano un incremento delle vendite del +40,8%. Questo dato in qualche modo riflette la specificità della tipologia di negozio che riduce anche i contatti con il personale stesso. Indubbiamente, anche la presenza di numerosi prodotti con prezzi bassi favorisce da sempre questa tipologia di centri di distribuzione.
I Supermercati (+18,5%) e i Discount (+6,7%) si attestano ad un livello di crescita comunque significativa. Male gli Ipermercati che registrano un calo importante del -12,2%.
Sul fronte dei negozi specializzati invece la situazione è drammatica con un -40%, causato dalla limitazione alla vendita di prodotti al di fuori della fascia di prima necessità.
Ancora più grave la situazione dei Cash & Carry, che rimane in linea con il calo precedente: il trend negativo è del 52,4%. Questo settore è legato alla clientela professionale che per via del lockdown è stata costretta a ridurre o interrompere le attività produttive. Tra questi spicca il settore HoReCa, dunque il settore dell’ospitalità e della ristorazione, in un momento in cui siamo ormai alle porte della stagione estiva.
Una pagina a sé occupano gli e-commerce, un potente strumento di vendita della GDO ancora poco sfruttato. Da lunedì 16 a domenica 22 marzo, con un trend di crescita esponenziale della vendita di prodotti di largo consumo, il commercio online ha registrato un +142,3%, +45pp rispetto alla settimana precedente.
Nonostante ciò la grande distribuzione non si è fatta trovare pronta a valorizzare il potenziale offerto dalla spesa online in questa emergenza sanitaria. Infatti, negli e-commerce è assente o è poco presente la vendita di numerose categorie di prodotti alimentari. Tra questi la pasta, l’acqua ed altri prodotti hanno scorte troppo basse per l’ecommerce e si esauriscono in poco tempo. Chi vuole acquistare questi prodotti online, ad oggi dovrà attendere anche diverse settimane per la consegna.
Eppure la possibilità di fare la spesa online risulta essere un efficace strumento di prevenzione rispetto al contagio in quanto i prodotti vengono consegnati dal corriere, evitando quindi di doversi recare nei negozi, riducendo il contatto con altre persone.
Inoltre, come dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la possibilità di contaminare le merci è estremamente bassa, dunque il rischio di contrarre il virus venendo in contatto con i pacchi è molto improbabile.
Vista l’esperienza maturata con il coronavirus, c’è da aspettarsi che la vendita online della GDO d’ora in poi venga potenziata. Già oggi in molti casi sono presenti le consegne a domicilio, con ordini inviabili da smartphone o dal sito internet. Persino i piccoli market si stanno organizzando con applicazioni, Facebook ed e-commerce.
Oggi quindi fare la spesa online è ancora una possibilità non semplice da realizzarsi.
Trend vendita per categorie
Sempre secondo Nielsen, l’incremento delle vendite si può definire in base a tre effetti principali, l’effetto ‘stock’, ‘prevenzione e salute’ e ‘resto a casa’.
Sempre nella settimana dal 16 al 22 marzo, per via dell’effetto ‘stock’, o se vogliamo la tendenza a ‘fare scorta’ di alcuni generi di prima necessità, si sono registrati i seguenti incrementi:
- farina (+186,5%),
- uova di gallina (+53,7%),
- latte UHT (+34,1%),
- surgelati (+6,8%),
- conserve animali (+32,1%),
- burro (+79,7%),
- conserve rosse (+50,8%),
- pasta (+22,6%),
- riso (+37,9%)
- caffè macinato (+21,5%).
Nell’effetto legato alla ‘prevenzione e salute’, i prodotti per la pulizia guidano gli incrementi delle vendite:
- guanti (+263,7%),
- carta igienica (+28,4%),
- detergenti superfici (+56,4%),
- carta casa (+46,4%),
- candeggina (+87,6%),
- sapone per le mani, liquido e solido (+73,8%),
- alcol denaturato (+116,4%),
- salviette umidificate (+68,6%),
- termometri (+45,9%).
Relativamente all’effetto ‘resto a casa’, le categorie di vendita in incremento riguardano il relax:
- pizza surgelata (+45,7%),
- vino (+12,4%),
- birre alcoliche (+11,3%),
- affettati (+28,1%),
- mozzarelle (+44,6%),
- patatine (+25,7%).
Forte incremento anche nel settore dolciario, regno del comfort food:
spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%),
camomilla (+76,3%).
Un vero e proprio tracollo è stato registrato per il settore make-up (-70%), profumeria (-63,6%) e cura viso (-41,1%), dovuto naturalmente al lungo periodo di quarantena che limita le uscite alle sole esigenze primarie.