1. Analisi predittiva e intelligenza artificiale
L’analisi predittiva è molto utilizzata non solo nel campo del business, ma anche nella ricerca accademica e in altre vaste aree. In pratica, la tecnica include molti strumenti statistici il cui principale obiettivo è quello di analizzare dati attuali e combinarli con dati storici, in modo da costruire modelli matematici – delle vere e proprie equazioni – che siano in grado di predire eventi futuri, come le scelte di nuovi consumatori.
Il concetto di analisi predittiva non può non essere associato a un altro, altrettanto famoso nel campo del business: i Big Data. Questi dati, che possono essere strutturati (pronti all’uso) o non strutturati (da pre-processare), sono troppo vasti e abbondanti per poter essere analizzati con le comuni tecniche, quindi richiedono un approccio sostanzialmente diverso.
L’analisi predittiva è pensata proprio per studiare questi dati e generare un modello che possa essere utile per far crescere gli affari di un singolo marketer o di un e-commerce. Ovviamente, non è necessario che nel team dell’e-commerce vi sia un esperto in matematica e analisi statistica: stanno infatti nascendo rapidamente aziende il cui scopo ultimo è proprio quello di implementare nuovi sistemi di analisi predittiva all’interno degli e-commerce.
L’analisi predittiva, che si fonda anche sull’intelligenza artificiale, può potenzialmente rispondere a qualunque quesito relativo ai consumatori: “quando acquistano maggiormente?”, “quali sono i prodotti che preferiscono?”, “a che ora del giorno è opportuno che ricevano la mia e-mail promozionale?”.
I dati sulla base dei quali vengono costruite queste risposte sono molto vasti, ma sempre pertinenti.
Ultimamente, però, la combinazione dell’intelligenza artificiale e dell’analisi predittiva ha consentito agli e-commerce di raggiungere uno step successivo. Gli algoritmi, infatti, non sono più solo coinvolti nei processi decisionali, ma hanno un ruolo attivo nella scrittura di e-mail customizzate, o nell’elaborazione di particolari offerte. Nel 2020, sono attese ulteriori migliorie e maggiori processi automatizzati.
All’incontro tenutosi all’EXPO di Londra ha preso parte un sito internet il cui contenuto non è identico per tutti gli utenti. Si tratta di un’idea innovativa, ma che segue ovviamente le tendenze dell’ultimo periodo, dunque in un certo senso prevedibile.
Il sito internet in questione, infatti, ha implementato al suo interno l’Intelligenza Artificiale la quale, sulla base della primissima ricerca effettuata dall’utente nella home page – sia utilizzando la dettatura vocale che l’immissione del testo – offre all’utente un contenuto personalizzato, in grado di rispondere perfettamente alle sue esigenze e alle sue domande. Si tratta di una tendenza particolarmente interessante per gli e-commerce, che nel prossimo futuro verrà sicuramente implementata.
Ovviamente, una risposta così precisa da parte del sito è utile non solo per l’utente finale, ma anche per l’e-commerce: il dato può infatti essere sfruttato da parte dei marketing manager, i quali possono effettuare una profonda azione di re-targeting e dunque migliorare ulteriormente la customizzazione, aumentando di conseguenza il tasso di conversione.
3. La ricerca vocale
Come già accennato nel paragrafo precedente, non bisogna sottovalutare il ruolo della ricerca vocale. Sempre più utenti, infatti, utilizzano questo strumento quando non possono adoperare le mani, e ciò ha portato all’esigenza di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale in grado di elaborare i dati provenienti da questa nuova fonte. Tuttavia, le aziende stanno investendo molti soldi nel miglioramento degli algoritmi di interpretazione dell’input vocale, e i risultati sono oggi visibili: si stima che la precisione di questi sistemi raggiunga il 95%.
4. Business che si fonda sull’abbonamento
È stato osservato che il reddito disponibile da parte di soggetti che appartengono alla fascia compresa tra 20 e 30 anni è maggiore rispetto a qualche decennio fa, anche se oggi la ricchezza media è sensibilmente diminuita. Proprio per questo motivo le aziende devono analizzare i bisogni e i desideri dei consumatori appartenenti a questa fascia d’età.
Tra le abitudini di questo gruppo non vi è quella di effettuare acquisti grandi una tantum: proprio per questa ragione nasce l’idea dell’abbonamento. I suoi pregi sono principalmente due: la facilità e l’eccitazione che provoca nei clienti.
L’abbonamento, inoltre, consente un notevole risparmio di tempo. Ecco perché è particolarmente apprezzato dagli utenti che non vogliono o non possono dedicare il più importante valore di scambio di cui sono in possesso ad attività come lo shopping o l’acquisto di specifici oggetti. L’abbonamento, in questo caso, è una garanzia. Proprio per questo nel prossimo futuro molti altri e-commerce lo introdurranno nel proprio ventaglio di opzioni.
La difficoltà, però, sta nell’essere in grado di rispondere continuamente ai cambiamenti di preferenze degli utenti, che oggi come non mai sono dinamici e repentini. Ecco perché le aziende ricercano continuamente idee originali e innovative per soddisfare le esigenze dei propri clienti, soprattutto se questi sono legati al brand da un abbonamento.
5. Vendite social
I social network sono la vera finestra sul mondo. Non a caso, entro il 2020 saranno circa 3 miliardi gli utenti social, ovvero 1 abitante su 3 sulla faccia della Terra. La collaborazione tra e-commerce e social network è oggi come mai florida, con la proposta di innovazioni sempre più attuali e performanti. Ciò su cui si punta è la velocità: la vendita deve essere rapida, e non deve condurre l’utente in una sorta di labirinto fatto di collegamenti e nuove pagine. Ciò spiega la presenza dei tasti “Acquista ora” su Instagram, nonché la possibilità di vedere immediatamente i prezzi dei capi.
Sotto questo punto di vista, Facebook domina in maniera assoluta. I suoi proventi, ottenuti esclusivamente dalla pubblicità, hanno toccato nell’ultimo anno la stratosferica cifra di oltre 10 miliardi di dollari, che corrispondono a un aumento del 50% rispetto all’anno precedente.
Perché Facebook ha più successo di altri? Innanzitutto per il numero di utenti, ma anche per le facili dinamiche di comunicazione, per i numerosi tool utilizzabili dai brand per il targeting dei clienti e per la possibilità di offrire un numero impressionante di informazioni in tempi brevissimi.
6. I chatbot
Miliardi di utenti nel mondo utilizzano quotidianamente almeno un’app di messaggistica istantanea. Perché, dunque, non ricreare una condizione simile con il brand aziendale? Dopotutto l’idea di comunicare con l’azienda attraverso una chat privata risulta allettante per i consumatori.
Ecco spiegata la nascita dei chatbot: è l’intelligenza artificiale che risponde ai quesiti e interagisce con gli utenti. Oggi funziona bene, ma probabilmente nel 2020 raggiungerà un tono molto più naturale e umano, simulando meglio l’interazione con un essere umano in carne ed ossa.
7. Pagamenti mobile
Gli smartphone sono sempre più sicuri, mentre i contanti portano con sé una miriade di problemi, tra cui proprio la scarsa sicurezza. Perché, dunque, gli utenti non dovrebbero utilizzare i dispositivi mobile per completare i pagamenti?
È proprio ciò che avviene, e gli e-commerce si sono rapidamente adattati a questa nuova esigenza, tant’è che non esiste un solo negozio virtuale che non integri questa possibilità, offrendo tra l’altro l’opportunità di utilizzare diversi circuiti. Secondo una recente stima, nel 2020 i pagamenti digitali raggiungeranno i 726 miliardi di dollari.
8. Maggiore attenzione alle pagine prodotto
in passato, l’homepage era l’ossessione dei marketer: le dedicavano risorse ed energie, cercando avidamente la perfezione. Oggi il trend è inverso: è necessario prestare la massima attenzione alle pagine dei prodotti, sottovalutando invece le homepages. L’attenzione dedita alle homepage è in forte calo sia perché ora le pagine dei prodotti vengono raggiunte attraverso i collegamenti, sia perché l’utente che accede al sito vuole completare l’acquisto rapidamente, se è interessato.
9. Tre motivi per cui gli utenti abbandonano il carrello
Circa il 65% dei clienti che pone un oggetto nel carrello dell’e-commerce, successivamente lo abbandona. Le cause sono state studiate di recente, e uno studio ha concluso che l’abbandono è riconducibile a questi eventi:
1) scoperta di spese aggiuntive impreviste (anche se dall’importo basso);
2) la necessità di creare un account;
3) Check-out lungo e complesso.
Le soluzioni a questi problemi, ovviamente, sono molto banali, e dal punto di vista tecnico non richiedono particolari conoscenze o esperienze da parte dei programmatori. Serve solo un buon piano di marketing.
10. Consegna in giornata
È ormai chiaro che la parola chiave per gli e-commerce nel 2020 è “velocità”. Tutto deve svolgersi velocemente, dall’acquisto alla ricezione. Ecco perché molti e-commerce stanno adottando la consegna in giornata. Con un sistema di consegna così celere, il tasso di conversione non può che aumentare vertiginosamente.
11. Il GDPR
Nel maggio 2018 è entrato in vigore il GDPR, il regolamento europeo per la tutela dei consumatori. Per non incorrere in sanzioni amministrative, che vanificano il profitto acquistato con tanta fatica, è necessario applicare bene il regolamento in tutte le sue parti.
Fonti
Articolo tratto da https://sozodesign.co.uk/blog/ecommerce-websites/ecommerce-in-2020/