Tuttavia, lo scorso anno la società di Mountain View ha modificato più volte e in maniera sostanziosa il suo algoritmo, tanto da innescare grandi movimenti nelle SERP ogni due settimane. A causa di questi continui aggiornamenti e del fatto che Google non ama sbottonarsi a proposito dei fattori che influenzano il posizionamento dei siti web, è diventato indispensabile tentare di decodificare l’algoritmo di Big G.
Il 2020 potrebbe essere un anno cruciale e pieno di novità per la SEO. Per stare al passo con Google occorre prepararsi ai cambiamenti che il nuovo anno ci riserva in tema di traffico organico. In questo articolo vi sveliamo i 5 SEO trend che saranno più importanti nel 2020.
1) Ricerca vocale
Far arrivare un sito ai primi posti è un’arte che consiste nel dare a Google i giusti segnali. Un sito web, però, non dovrebbe mai essere ottimizzato per i motori di ricerca, ma per gli utenti. Google, infatti, premia chi scrive per l’utente. Non potendo sapere come cambierà l’algoritmo, agire nell’interesse dell’utente è una buona strategia per conquistarsi la benevolenza di Mountain View.
Milioni di persone fanno già uso degli assistenti vocali e, secondo le stime, l’impiego di questi device è destinato a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni. Non importa se si tratta di Siri, Alexa, Cortana, dell’assistente senza nome di Google o di qualche smart speaker di cui conosceremo il nome solo l’anno prossimo: la tecnologia vocale, sotto qualsiasi forma, sarà uno dei SEO trend più caldi del 2020. Si stima che già entro il prossimo anno la metà di tutte le query di ricerca su Google sarà generata attraverso comandi vocali.
I comandi vocali non sono esenti da criticità. È vero che fanno risparmiare tempo, ma poiché gli utenti pronunciano le query di ricerca anziché digitarle, le frasi diventano più lunghe e complesse, di conseguenza non sempre la tecnologia vocale è in grado di rispondere esattamente alle domande. Oggi chiunque crei contenuti deve assicurarsi che contengano frasi scalabili per i motori di ricerca, che non siano troppo accademiche, troppo da nerd, ma neanche intenzionalmente sbagliate. Google capisce abbastanza bene la variabilità linguistica e i sinonimi, perciò usando frasi anziché parole chiave, il motore di ricerca avrà di più su cui lavorare.
Ma come viene alimentato un assistente vocale? Nel caso di Google, dando la priorità al featured snippet, un riquadro di testo studiato per fornire al più presto una risposta alla query dell’utente che BigG mette in evidenza sopra il primo risultato della prima pagina delle SERP. Oltre al featured snippet, che non sempre viene letto, assume una valenza fondamentale per le ricerche vocali quello che gli utenti di Search visualizzano nel knowledge graph.
Da un punto di vista SEO, il modo più efficace per produrre un contenuto capace di ottenere un featured snippet è quello di utilizzare tabelle ed elenchi puntati, perché Google è in grado di leggerli molto facilmente e li visualizza spesso negli snippet in evidenza. Questo non garantisce che se ne otterrà uno, anche perché i risultati in primo piano vengono estratti in maniera automatizzata da Google, ma è un modo per ampliare le chance di riuscirci. Inoltre, bisogna individuare delle domande precise che potrebbero interessare al proprio target di riferimento e utilizzare parole chiave long-tail che, secondo gli studi, attiverebbero la maggior parte degli snippet.
2) Mobile First e Rich Snippet
Nella SEO, oltre ai featured snippet, svolgono un ruolo importante anche i rich snippet che, come indica il nome stesso, sono piccoli estratti del contenuto di un sito web “arricchiti” con ulteriori dettagli, quali stelline, prezzi, video, eventi e così via.
L’importanza dei rich snippet non si limita agli assistenti vocali, ma si estende anche alle persone che utilizzano gli smartphone. Con pochi clic, infatti, informazioni importanti, quali gli orari di apertura, possono essere visualizzate sui dispositivi mobili più piccoli. Sebbene Google abbia ammesso che i rich snippet non sono un fattore di ranking diretto, fanno parte dell’ottimizzazione mobile, che è essenziale per la SEO. Dopotutto, fanno risaltare maggiormente il link e attirano più clic. L’importante è offrire informazioni utili agli utenti, ancor prima che al motore di ricerca.
L’ottimizzazione per le ricerche da dispositivi mobili è un must ormai da anni, ma con il passaggio al mobile-first è diventata una misura di sopravvivenza per essere visibili sul web. Ciò significa che se un sito non ha una versione mobile efficace, Google lo fa retrocedere. Prendiamo il caso di due pagine che offrono la stessa qualità di contenuto per un determinato argomento, ma delle quali solo una è stata ottimizzata per le ricerche da mobile. In questo caso, l’algoritmo farà in modo che la pagina ottimizzata abbia un vantaggio nel posizionamento.
Google ha quindi reso le prestazioni da mobile un fattore decisivo per le classifiche; vale però la pena sottolineare che Mister G. non sta stabilendo un trend, ma sta semplicemente assecondando l’atteggiamento degli utenti che da 2-3 anni preferiscono accedere a internet tramite smartphone e tablet piuttosto che da desktop.
Anche i ricavi da mobile dovrebbero superare quelli del mercato dei PC. Nonostante lo storico sorpasso del mobile sul desktop risalga al 2017, il 2020 sarà l’anno della consacrazione per il Mobile First in termini di SEO trend 2020.
3) Contenuti di alta qualità
Un’altra tendenza da tenere d’occhio nel 2020 sono i video. La popolarità dei video online è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, insieme a quella di blog, podcast e contenuti di intelligenza artificiale: i dipendenti entrano in contatto con le imprese tramite video curriculum e i nuovi datori di lavoro vengono cercati tramite video di self-marketing. Per qualsiasi problema ci sono i tutorial e per non pensare al brutto tempo si guarda un video sui gattini. I video sono la nuova linfa della comunicazione online, ma, a prescindere dal contenuto, devono essere innanzitutto reperibili.
Da un lato è necessario adattare il contenuto agli utenti che fanno un uso massiccio di video, che sono tendenzialmente giovani (i cosiddetti millennial) e amano i contenuti veloci e divertenti, ma che non siano troppo chiaramente tagliati per un pubblico giovane. Dall’altro si deve pensare alla SEO, utilizzando la sitemap per i video (in aggiunta a quella standard) di piattaforme popolari come Youtube e Vimeo per comunicare le parole chiave più efficaci e altre informazioni pertinenti nei metadata dei propri video.
Come scoprire quali parole chiave sono attualmente efficaci? Utilizzando un tool specializzato nella ricerca di keyword, come Google Keyword Planner o Answer The Public.
4) User Experience e prestazioni
Come fare in modo che gli utenti si divertano online, divulghino volontariamente i dati e rendano, in definitiva, le pagine interessanti per i motori di ricerca? Attraverso una buona user experience. L’importanza della UX è una componente da tenere sempre presente quando si ottimizza un sito internet.
Dovrebbe essere ormai chiaro che il successo su Google deriva dalla reazione degli utenti alla User Experience: un’esperienza utente positiva rende gli utenti soddisfatti e alla fine si traduce in un miglior posizionamento. Esiste un legame tra il ranking e le caratteristiche indicanti una UX positiva, quali le prestazioni di una pagina e la velocità alla quale il contenuto è consegnato. In ottica SEO, anche nel 2020 sarà essenziale progettare siti che siano tecnicamente avanzati e che si caricano velocemente, anche se la tecnologia a fibra ottica o la rete 5G mobile stanno diventando, a poco a poco, lo standard di navigazione più richiesto.
Le persone esprimono il proprio voto attraverso le condivisioni su Facebook e visitando i siti web. Se si usa Google Analytics, il motore di ricerca di Mountain View può vedere tutto questo. Un sito che si carica velocemente, è facile da navigare, è chiaro e ha ottimi contenuti si accompagna sempre a metriche utente positive. Queste metriche aiutano a migliorare il posizionamento di un sito. Non a caso molti siti spammy riescono a classificarsi in ottime posizioni della SERP perché le loro metriche utente sono eccezionali. Google sa riconoscere se un sito fa le cose bene, e non farà mai retrocedere le pagine che piacciono alla gente.
5) Intelligenza artificiale
Il nostro futuro sarà sempre più dominato dall’intelligenza artificiale tanto che gli algoritmi ci aiuteranno a far funzionare gli algoritmi stessi. Anche Google dal 2015 usa un sistema di AI, chiamato “Rankbrain”, per aiutarsi nella scelta del ranking. Nello specifico, quando questo nuovo algoritmo si trova di fronte a parole o frasi con le quali non ha familiarità, le sostituisce con altre dal significato simile e filtra il risultato di conseguenza, rendendo più efficace la gestione delle query di ricerca che non sono mai state fatte prima.
Nei prossimi anni incontreremo l’intelligenza artificiale praticamente ovunque, dalle chiamate di servizio alla pedicure degli anziani. La necessità di raccogliere e analizzare i dati strutturati degli utenti per le applicazioni di AI è e rimarrà all’ordine del giorno su Internet. Nella sua “lettera ai fondatori”, Sergey Brin, co-fondatore di Google e oggi presidente di Alphabet, fa il punto sull’ascesa dell’AI con le seguenti parole: “La nuova fonte dell’intelligenza artificiale è lo sviluppo più significativo dell’informatica nella mia vita.”
Nel 2020 l’intelligenza artificiale andrà a rivoluzionare i criteri SEO, ed è quindi indispensabile familiarizzare con essa quanto prima, sperimentando i suoi benefici in termini di posizionamento. Nel prossimo futuro l’AI permetterà a Google di leggere ancora meglio i testi, comprendere le testimonianze e prenderle in considerazione nella valutazione dei siti web, in modo da classificare le pagine più pertinenti per la richiesta espressa dall’utente.
Fonti
L’articolo è tratto da https://denverseoservice.net/seo-trends-2020/