Per monitorare e migliorare attivamente la propria visibilità online, naturalmente, è necessario un lavoro ben organizzato e rigoroso, composto da diversi punti da seguire con la massima attenzione. Una prima parte di questi consiste nel quantificare in termini pratici il proprio posizionamento, mentre l’altra prevede che vengano prefissati degli obiettivi e adottate delle strategie ad hoc finalizzate a raggiungerli.
Ecco, dunque, una guida pratica e completa su come controllare la propria visibilità online.
1. Analisi del traffico
Per analizzare adeguatamente il traffico sono necessari gli strumenti giusti, i quali non solo devono offrire le giuste informazioni in merito agli utenti che visitano il proprio sito internet in un certo lasso di tempo, ma anche le adeguate misure statistiche (ai fini dell’analisi dei dati). Una piattaforma senza dubbio molto utile in questo senso è Google Analytics. È sufficiente inserire il dominio nell’apposito campo per vedere numero medio di visite, permanenza degli utenti, numero di pagine visitate e molto altro.
In statistica, per poter realizzare un’ipotesi è necessario un confronto. Anche in questo caso, dunque, è utile inserire nell’apposito campo l’url dei competitors, per confrontare il loro andamento con il proprio. Ciò può essere utile anche per farsi un’idea sommaria su quelle che sono le proprie performance, e da questa semplice informazione è persino possibile capire, seppur per sommi capi, quali sono i propri punti deboli.
2. Elaborare un progetto
In molti casi, inoltre, il progetto può essere ampliato mediante l’integrazione di dati multisorgente, tra cui quelli provenienti da Google Analytics, dai social network, dalle pagine SERP e da altre fonti.
3. Tracciare il proprio posizionamento
Con questi tool è possibile non solo visualizzare graficamente il proprio posizionamento rispetto a una o più keywords, ma anche stimare il traffico e valutare il proprio ranking relativamente ai competitors. In alcuni casi, inoltre, è possibile ricevere direttamente dalle piattaforme dei suggerimenti relativi alle nuove keywords da adottare nei propri contenuti.
Naturalmente, per utilizzare questa piattaforma è necessario inserire delle keywords principali e secondarie che s’intende tracciare. Quando queste non esistono (o perché non sono ancora state pensate, o perché non le si conoscono), è possibile adottare nomi di prodotti o servizi proposti, prelevarle direttamente dai competitors o estrapolarle da fonti terze. In tutti questi casi, grazie ad alcuni algoritmi predittivi è possibile estendere la ricerca non solo alle keywords inserite, ma anche a quelle secondarie e correlate.
4. Sulla base dell’andamento del proprio posizionamento, stabilire degli obiettivi
Una buona strategia può essere quella di fissare obiettivi relativamente a una (o comunque poche) keyword. La scelta delle keyword da posizionare e dell'”ambizione” dei propri obiettivi dipende dalle statistiche legate alla visibilità online: gli obiettivi devono ovviamente essere concreti, e non irrealizzabili.
Il secondo step consiste nel prefiggersi obiettivi relativi a canali indirettamente correlati al proprio sito web. Questi possono banalmente essere il raggiungimento di un certo numero di followers, una quantità di interazioni prefissata o l’ottenimento di risultati ambiziosi in termini di una specifica metrica.
Sul web, il successo è non solo legato all’ambizione, ma anche alla tempistica: è necessario intervenire immediatamente sia nel caso in cui qualcosa non funziona nella propria strategia, sia se si ottengono risultati oltre le proprie aspettative (per cavalcare la cresta dell’onda).
A tal proposito, alcuni tool online consentono di ricevere dei messaggi di posta elettronica ogni qualvolta un competitor raggiunge un punteggio più elevato, oppure se il proprio sito web ha una performance migliore di altri.
Lo stesso vale nel caso del monitoraggio delle parole chiave: può essere utile, ad esempio, conoscere immediatamente l’eventuale presenza di un nuovo competitor che si posiziona per una keyword correlata alla propria, nonché ricevere un avviso se qualcuno entra o esce in una specifica area SERP.
5. Strumenti di revisione
Infatti, esistono tool che setacciano interi domini alla ricerca di errori nel codice o nell’applicazione di tecniche SEO e che non solo li segnalano, ma addirittura offrono una potenziale soluzione (o anche più di una).