Quali sono le operazioni principali da fare per ottimizzare il nostro sito?
Questa è la classica domanda che tutti gli specialisti di ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) affrontano, ma che non ha una risposta semplice ed immediata. Dopo tutto, è mai esistito un sito che ha bisogno semplicemente di una sola cosa soprattutto se disponibile per molteplici dispositivi (web e mobile)?
Questo è il problema principale da affrontare quando si utilizzano le tecniche di ottimizzazione SEO; esse sono composte da tanti aspetti ed il più delle volte ci si trova spesso ad avere troppe informazioni. Se sfortunatamente il team che è predisposto alla gestione del sito non ha a disposizione le risorse necessarie o, peggio ancora, queste non hanno le conoscenze appropiate, il risultato è che invece di fare tutto quello che è strettamente necessario, si finisce con avere degli scarsissimi risultati pratici, ed in alcuni casi neanche completi.
La domanda naturale che ci si deve porre è quindi: come è possibile garantire che gli sviluppatori stiano apportando le modifiche necessarie per contribuire al successo del sito consentendo di raggiungere i risultati richiesti?
Questa è una condizione che si affronta più volte nel corso della gestione del sito, e di seguito vi è la descrizione di alcuni modi per amministrare al meglio le proprie risorse web.
Vedere quali sono le priorità a seconda dell’impatto sul sito
Nell’arco dello sviluppo non tutto quello che è programmato può essere fatto. Quindi è assolutamente necessario assicurarsi che si possano scegliere le operazioni che, a parità di tempo investito, possano avere il maggiore influsso sul sito nel suo insieme.
Per spiegare meglio questo aspetto, facciamo un esempio pratico; nell’ambito di un teorico audit tecnico per la SEO, potrebbero esserci delle raccomandazioni circa una ottimizzazione mediante l’aggiornamento delle reindirizzazioni o dei tag di intestazione oppure di effettuare la compressione delle immagini da utilizzare nel sito insieme ad altri fattori secondari. Se gli sviluppatori designati all’aggiornamento del sito sono già profondamente impegnati, non saranno in grado di apportare le modifiche richieste in tempi sostanzialmente brevi, rallentando così ulteriormente le operazioni di sviluppo.
Per poter ovviare a questa impasse ed essere sicuri di fare qualcosa di realmente utile, è necessario analizzare in modo approfondito quello che sta davvero rallentando il sito in ottica SEO. Seguendo l’esempio, banalmente ci si accorge che all’interno delle pagine non sono presenti i tag del titolo; anche se questi non possono essere considerati la massima priorità, il fatto di inserirli all’interno del sito, modificando in questo semplice modo la sua struttura, comporta sicuramente alcuni miglioramenti significativi senza impiegare troppo tempo.
Stilare un elenco di raccomandazioni sulle operazioni da effettuare, aiuta i responsabili dello sviluppo a capire da dove dovrebbero iniziare e soprattutto dividere tra le operazioni strettamente necessarie e quelle che invece possono aspettare; in questo modo non tutto sarà classificato come una reale priorità.
Classificare le priorità per risorse
Seguendo l’esempio precedente, se si volesse raccomandare di passare il protocollo del sito dal semplice HTTP al più sicuro HTTPS, bisogna accertarsi di avere il personale adatto che per gestire il processo in modo organico.
Cambiare il protocollo su “secured” e spostare di conseguenza un intero sito su “HTTPS” non è una cosa da poco in quanto può essere difficile, può causare errori, soprattutto nei casi in cui ci siano siti vetrina o di e-commerce; come costatato diverse volte, ciò può comportare una significativa perdita di traffico grazie anche ai nuovi algoritmi di Google. Proprio per questo motivo non è il caso di correre il rischio se non si hanno le persone giuste con le necessarie competenze per garantire una transizione senza intralci significativi. Così facendo il nuovo sito non solo sarà migrato correttamente ma avrà anche una notevole impennata di traffico.
Facciamo un ulteriore esempio; una società Alfa deve scrivere dei contenuti da pubblicare all’interno di uno specifico blog, ma non ha alcuna risorsa dedicata che possa effettivamente modificare, approvare o gestire l’intero processo; questo porta normalmente a due tipologie di risultati: o si abbandona l’idea oppure si produce del materiale, si scrivono dei post che però vengono accodati ma non pubblicati. I post di blog non editi aiutano? Assolutamente no.
In questo caso passare agli aggiornamenti dei vecchi blog è la situazione migliore che dà dei risultati in tempi abbastanza brevi. Identificare un elenco di post più vecchi che possono essere maturi per un aggiornamento e iniziare ad aggiornarne il contenuto è quindi la soluzione per far rientrare il sito in ottica SEO. Normalmente non si deve effettuare una revisione approfondita ma basta solamente implementare le modifiche. In questo modo il traffico del blog inizia (nuovamente) a crescere e questi miglioramenti sono stati realizzati esclusivamente rielaborando vecchi contenuti, senza scriverne di nuovi.
Bisogna comprendere pertanto che sviluppare in ottica SEO significa soprattutto cooperazione e condivisione in quanto i SEO fanno spesso affidamento sugli altri dipartimenti per avere il successo sperato e raggiungere quindi gli obiettivi preposti. Prima di tutto però si deve essere consapevoli delle risorse disponibili e quando necessario bisogna adeguarsi ad esse.
Allineare le raccomandazioni con gli obiettivi aziendali
Ogni azienda si pone degli obiettivi a breve, medio e lungo termine e sembra quindi una cosa ovvia allinearsi con essi; ma è davvero così? Ci si è assicurati che i risultati che incidono sull’organizzazione complessiva siano corretti ed adeguatamente seguiti? Si sta davvero facendo un lavoro organico oppure si è semplicemente orientati a migliorare il traffico e i contatti?
Bisogna essere onesti e valutare quindi quanto le decisioni prese aiutino obiettivamente il programma SEO intrapreso, soprattutto valutando il necessario allineamento con gli obiettivi organizzativi preposti. Molte volte infatti si cade facilmente nella trappola di dare quasi per scontato che il primo sia effettivamente in ottica dei secondi.
Prendiamo l’azienda Alfa di prima. Poniamo che all’inizio del programma si analizzino le esigenze, si identificano i principali set di parole chiave e, soprattutto, i tipi di contenuti di cui si ha effettivamente bisogno per aumentare la visibilità. Queste regole ed opzioni vengono utilizzate in accordo con le unità aziendali fino a quando non si è effettivamente creato il contenuto e si capisce che i contenuti che erano massicciamente presenti mal si adattano alle campagne esistenti e alla strategia corrente. In questo caso bisogna analizzare e valutare attentamente i contenuti presenti nei post del blog al fine di trovare quelli più inediti.
Il fatto che il contenuto possa avere un senso per il programma SEO da attuare, ma contestualmente non sia necessariamente adatto alle esigenze reali attuali (o viceversa) è una cosa facile da trascurare.
Una delle operazioni fondamentali da effettuare è quindi quella di assicurarsi di comprendere non solo gli obiettivi del team responsabile dello sviluppo SEO, ma anche (e soprattutto) gli obiettivi dei vari team a supporto del business aziendale nel suo complesso e di valutare gli strumenti adatti per il raggiungimento degli stessi.
Andare per gradi
I comuni errori SEO che si commettono sono sostanzialmente quelli del non seguire gli aggiornamenti di Google, della poca attività reattiva ai suoi algoritmi e soprattutto alle numerose revisioni e modifiche che vengono effettuati su di essi.
Facciamo un esempio: si ponga di avere diversi canali di comunicazione sia web che mobile. Google sostiene che un requisito fondamentale per l’indicizzazione sia quello di rendere sicuri i nostri siti e comincia ad avvisare tutti gli utenti. A questo punto si dovrebbe subito prendere in considerazione tale comunicazione e agire di conseguenza. Ma può anche succedere che, dopo aver fatto ciò, Google non riesce a capire come distinguere tra le versioni protette con https e quelle non protette.
Bisogna quindi garantire che ciò che viene analizzato e che viene considerato abbia senso in primis per l’attività e per gli obiettivi che si intende raggiungere senza stravolgere il normale operato semplicemente perché Google ha dettato delle nuove regole.
Ora, seguendo l’indicazione relativa alla sicurezza non bisogna pensare che il sito non debba essere sicuro o che non si debbano fare le opportune modifiche in modo che esso possa essere veloce e ottimizzato anche per i dispositivi mobili. Ma se da una attenta analisi ci si rende conto che forse il traffico mobile è abbastanza scarso, non si deve spendere la maggioranza del tempo concentrandolo sulla strategia mobile che al momento non porta i risultati sperati.
Ecco ancora un altro esempio relativo alle ottimizzazioni SEO per mobile.
Quando le pagine mobili accelerate (AMP) sono state presentate, sembrava che la modifica di quelle già presenti sui siti fosse una cosa abbastanza facile da fare. Questo progetto è stato creato per gli editori e alcune piattaforme, come ad esempio WordPress e Yoast, lo hanno reso di semplice utilizzo e, di conseguenza, è diventato parte delle utilizzazioni tecniche standard. Ma coloro che non hanno un sito sviluppato su WordPress o che invece basano la propria comunicazione attraverso un sistema di gestione dei contenuti(CMS) personalizzato? Questi avrebbero bisogno di assumere uno sviluppatore per sviluppare il sito secondo le funzionalità AMP. Ne vale realmente la pena?
Se si hanno molti contenuti, l’analisi complessiva di traffico attraverso il mobile risulta piuttosto ridotto ed ancora i risultati della ricerca effettuata sull’utilizzo del mobile per i termini principali non contenevano risultati AMP, le strade da intraprendere sono essenzialmente due: si effettua una revisione globale dell’intera strategia aziendale, andando quindi a sviluppare l’utilizzo mobile da parte dell’utenza, oppure ci si concentra essenzialmente sul lato web standard, magari andando a creare specifiche app di collegamento con delle distinte landing page all’interno del sito costruite appositamente in ottica SEO.
Considerazioni finali
In ottica SEO, si deve continuare a misurare, adattare e mantenere la strategia aziendale in linea con il panorama in evoluzione; il sito, per avere successo, deve essere sviluppato e mantenuto cercando di capire cosa avrà un impatto su di esso tenendo sempre conto degli obiettivi aziendali.
Fonti utilizzate:
https://searchengineland.com/how-to-prioritize-seo-tasks-by-impact-301409