Chi ha vissuto gli inizi del SEO mobile, sa perfettamente che molte persone ritenevano che il comportamento di ricerca mobile sarebbe stato completamente diverso da quello sul desktop, per poi scoprire che in gran parte è assolutamente simile. Da qui è comprensibile il motivo che spinge Mueller e altri a non capire perché gli utenti di Search Console vorrebbero vedere le query delle ricerche vocali separate dalle altre. Alcune query sono praticamente le stesse sia che vengano digitate in un computer sul desktop sia che vengano dettate dall’altra parte della stanza ad una homepage di Google.
Specificato ciò, esistono molti buoni motivi per volere i dati delle ricerche vocali. L’ottimizzazione per la ricerca vocale richiede alcune tattiche leggermente diverse da quelle per il SEO tradizionale. Avere una visione approfondita di queste query potrebbe aiutare a fornire un’esperienza migliore a quegli utenti che utilizzano la ricerca vocale.
Ecco tre motivi che possono convincere anche i webmaster più scettici dell’importanza dei dati della ricerca vocale:
1. MAGGIORE VISIBILITÀ SUGLI SNIPPET IN PRIMO PIANO
Una delle cose interessanti di Google Home è che quando risponde a una domanda con informazioni dal web, cita la fonte dell’informazione pronunciando il nome del sito web e invia spesso anche un link all’app Google Home di chi ha effettuato la ricerca.
Al momento, Google Home e Google Assistant rilevano snippet dai siti classificati in posizione zero a cui è stato concesso uno snippet in primo piano. Questo è il motivo per cui sempre più professionisti stanno ragionando sul come ottimizzare gli snippet in primo piano. Con una semplice ricerca dell’argomento proprio su Google, sarà possibile notare che il numero degli articoli scritti sull’argomento sia cresciuto di circa il 178% nell’ultimo anno.
L’analisi delle query di ricerca vocale potrebbero aiutarci a capire i tipi di query che presentano gli snippet in primo piano.
Gli esperti di marketing possono e devono dedicare tempo e risorse per fornire la risposta migliore per i frammenti di codice di uso più comune, nella speranza di ottenere la promozione in posizione zero.
Questa operazione aiuta anche gli esperti di marketing a dare credibilità al loro brand quando Google legge la loro risposta migliore all’utente che ha effettuato la ricerca, incentivando potenzialmente anche il traffico verso il sito dall’app Google Home. E questo aiuta anche lo stesso Google perché ne beneficia quando gli snippet in primo piano forniscono buone risposte e l’utente è soddisfatto dei risultati di Google Home.
Migliore è il servizio, più consumatori lo utilizzeranno e potenzialmente compreranno più unità di Google Home o telefoni Android perché penseranno che il servizio sia utile.
Se vengono rilevati snippet di elementi non validi perché nessuno tenta di eseguire l’ottimizzazione per queste query o se non vengono rilevati snippet in primo piano e l’unità di Google Home non è in grado di fornire assistenza in tale query, Google perde potenzialmente quote di mercato su Amazon nello smart speaker race e Apple nella personal assistant race. Quindi si tratta di un dare e avere.
Se Google vuole migliorare l’esperienza dei suoi utenti soprattutto nella posizione zero, occorre che i webmaster possano accedere ai dati delle ricerche vocali in Search Console.
2. UN MODO MIGLIORE PER SODDISFARE LA DOMANDA DEI CONSUMATORI E L’INTENTO DI QUERY BASATI SUL CONTESTO
Si è assistito a due eventi importanti nei primi giorni del SEO mobile quando si confrontavano le query desktop e quelle mobile.
Per prima cosa, gli utenti spesso utilizzavano le stesse parole chiave sia nella ricerca per dispositivi mobili che nella ricerca desktop; tuttavia, alcune parole chiave sono state utilizzate molto più spesso sulla ricerca mobile rispetto alla ricerca desktop (e viceversa).
Sono emerse intere nuove categorie di query quando i ricercatori hanno capito che il GPS e altre funzionalità della ricerca mobile potevano consentire loro di utilizzare query che non funzionavano nella ricerca desktop.
Un esempio del primo punto è una query come “orari di apertura”, che ha un picco di volume quando gli acquirenti sono diretti verso i negozi:
Un esempio del secondo sono, invece, le query “vicino a me” che sono cresciute molto con la ricerca mobile e vengono utilizzate soprattutto sui telefoni cellulari.
La modalità di ricerca modifica, pertanto, il comportamento di ricerca in quanto i ricercatori comprendono quali tipi di ricerche funzionano bene sui dispositivi mobili ma non sul desktop.
Va ora considerato questo aspetto relativamente alla ricerca vocale. Esistono determinati tipi di query che funzionano solo su Google Home e con Google Assistant. “Parlami della mia giornata” è sicuramente uno di questi. Possiamo indovinarne anche altri, ma se avessimo la possibilità di accedere ai risultati delle ricerche vocali non dovremmo farlo.
Come e quanto sarebbe utile per gli esperti di marketing e i proprietari dei siti? Beh, è difficile dirlo con esattezza senza guardare i dati, ma bisogna considerare il contesto nel quale una persona potrebbe effettuare una ricerca vocale: ad esempio, guida verso il centro commerciale per acquistare un regalo e chiede a Google Home se il negozio in fondo alla strada è ancora aperto o meno.
Chi effettua la ricerca potrebbe pronunciare frasi come “a che ora apre il negozio X” oppure “Orari del negozio X” o, infine, fino a che ora il negozio X è aperto”. Google dovrebbe prendere in considerazione tutte queste query ma in alcuni casi potrebbero esserci differenze significative fra il comportamento di ricerca vocale e il comportamento di ricerca digitato che influirà sul modo in cui il proprietario del sito ottimizza una pagina. Google sostiene che le ricerche vocali sono diverse in quanto è 30 volte più probabile che si tratti di query di azione rispetto alle ricerche digitate. In molti casi questi obiettivi non saranno perseguibili dal marketing, ma in alcuni sì.
Va compresa esattamente la differenza per modificare correttamente il nostro contenuto e connetterci con successo agli utenti.
Bryson Meunier ha analizzato attentamente ciò che la sua famiglia ha cercato su Google nell’ultimo periodo. Sono state riscontrate notevoli differenze fra le ricerche effettuare a casa e quelle con lo smartphone, quindi c’è motivo di credere che possano esserci nuove query nella ricerca vocale rilevanti per il marketing.
Sappiamo che ci sono domande, come “Ehi Google, parla con Dustin di Stranger Things” e “Acquista Lacroix Sparkling Water from Target”, che daranno risultati completamente diversi nella ricerca vocale su Google Home e Assistant dai risultati della tradizionale ricerca. E queste query, come le query “ore di apertura”, sono probabilmente ricercate molto più sulla ricerca vocale che nella ricerca tradizionale.
Il problema è, come possiamo trovare “vicino a me” della ricerca vocale se non abbiamo i dati delle stesse?
3. COMPRENDERE L’ESTENSIONE DELLA PUBBLICITÀ E IL POTENZIALE DI OTTIMIZZAZIONE PER I NUOVI MEDIA BASATI SULLA VOCE
L’ultimo motivo per prestare attenzione alle query di ricerca vocale è probabilmente il più importante, sia per gli esperti di marketing che per Google.
Chiariamo meglio il concetto con un esempio concreto. Ultimamente si è sparsa la voce che i clienti volessero acquistare biglietti per eventi tramite comandi vocali, anche grazie alla diffusione di un sondaggio sull’argomento.
Un esperto di marketing e di SEO per un’azienda che vende biglietti on line potrà decidere di utilizzare queste informazioni per investire su azioni che migliorino l’esperienza di acquisto con comando vocale. Ma basterà davvero solo una voce di corridoio per convincere le aziende ad investire in questo settore?
Come nel caso della ricerca mobile nel 2005, non si sa quante persone stiano utilizzando la ricerca vocale in Google Home e Google Assistant, quindi non è possibile ancora sapere quanto sia grande l’opportunità o quanto velocemente stia crescendo. La ricerca vocale è nella fase “innovatori e early adopters” del ciclo di vita dell’adozione della tecnologia, e le ottimizzazioni fatte per questo settore non raggiungeranno probabilmente un pubblico vasto.
Dal momento che non si dispone di dati contrari da Google o Amazon, forse è più consigliabile investire in un secondo momento, quando l’impatto di questa tecnologia sul mercato significherà probabilmente un ritorno importante dell’investimento stesso.
Se si potesse entrare in possesso dei dati di Google, sarebbe possibile usarli per rendere più forte la possibilità di adozione e investimento precoci rispetto all’utilizzo dei soli dati di un sondaggio. Ad esempio, si potrebbe dire ai propri clienti “Guarda quante persone stanno cercando query con brand nella ricerca vocale e ottengono zero risultati! Investendo risorse nella creazione di un prototipo per Google Home e Ricerca Assistente, possiamo soddisfare le query di navigazione che al momento non vanno da nessuna parte e recuperare il nostro investimento”.
Invece, poiché non disponiamo di questi dati da Google, non è possibile rischiare. Google deve ancora monetizzare la ricerca vocale in modo significativo, ma quando la pubblicità verrà visualizzata su Google Home, questo tipo di analisi diventerà ancora più essenziale.
CONSIDERAZIONI FINALI
È possibile effettuare l’ottimizzazione di un sito senza conoscere quali sono le query vocali così come, allo stesso tempo, è possibile effettuare un’ottimizzazione mobile senza conoscere le query specifiche.
Tuttavia è evidente come le sfumature della ricerca vocale aiuteranno sia Google che gli esperti SEO a realizzare un lavoro migliore e un’esperienza di ricerca vocale positiva per tutti gli utenti che lo desiderano.