Come di consueto, per SEO e marketers il Capodanno coincide con un bilancio di quanto accaduto nell’anno in corso ed una proiezione ipotetica di ciò che potrà accadere nel 2020. Quali sono le strategie SEO da mettere in atto nel corso dell’anno? Quali saranno i cambiamenti di Google, in grado di favorire l’aumento del traffico verso il proprio sito oppure abbatterlo in modo significativo? Gli esperti italiani dicono la loro su SEO trends 2020, aiutando a comprendere come prepararsi per affrontare al meglio i prossimi 12 mesi.
Ricerche vocali in aumento? UX sempre più in vista
Secondo la manager di Web marketing Mariachiara Marsella, fra i SEO trends 2020 ci sarà senza dubbio spazio per la ricerca vocale. Non si tratta di una novità, quanto di un costante aumento da parte degli utenti dell’utilizzo di tale pratica. Da non dimenticare le ricerche branded così come le esigenze degli utenti. In questo caso non si tratta tuttavia di migliorare il mero aspetto del sito web, ma di analizzare grazie alle ricerche su Google quali siano le richieste dei navigatori.
Marsella ha rivelato inoltre a Semrush che un’attenzione particolare dovrà andare anche ai risultati personalizzati: Google sta già operando in tal senso, rendendo quasi uniche le proprie serp e adattandole alle preferenze di ogni singolo utente. Massima attenzione anche per quello che chiama un “inevitabile tris d’assi”, ovvero la combinazione di analisi dati, SEO e UX. Il primo aspetto in particolare “significa, ad oggi, molto di più di un semplice ‘realizza contenuti di qualità'”. Comporta in realtà sia la soddisfazione delle aspettative dei navigatori sia creare contenuti che piacciano al tempo stesso al motore di ricerca.
SEO local e Google My Business fra gli imperativi del web
Il consulente SEO e Web Marketing Carmine Pucino, volto noto del gruppo Facebook Fatti di Seo, sottolinea invece la propria soddisfazione nel vedere che la SEO si allontana sempre di più da un’attività sporadica per diventare un ‘must’ per brand e progetti. Entrando nello specifico dell’argomento Seo trends per il 2020, l’esperto preferisce concentrarsi più che altro sull’unico argomento in grado di fare la differenza: l’utente e le sue necessità.
Anche per Pucino quindi il navigatore va messo al centro di tutto, il nucleo attorno a cui vengono sviluppate tutte le innovazioni. Per esempio le ricerche vocali, ma anche la SEO local, con particolare attenzione per Google My Business e le sue schede, oltre agli e-commerce. Chi mira ad ottenere dei risultati nel concreto, dovrà per forza ritornare alle fondamenta della SEO, ovvero all’utente.
Entrando nello specifico della SEO Local, l’esperto italiano ricorda in particolare quanto accaduto nell’anno precedente, a partire dal restyling dei local pack, più completi rispetto al passato, fino alle ads ideate appositamente per i servizi locali, fino ai badge di garanzia di Google e una maggiore attenzione per le immagini. Anche se per ora molte delle novità introdotte dal motore di ricerca riguarda il singolo territorio USA, presto troveranno strada anche in altri Paesi, Italia compresa.
Il brand al centro di tutto
La visione del consulente Esperto SEO Emanuele Tolomei, nonchè Web Project Manager, è più che chiara: per riuscire a dominare i SEO trends 2020 bisogna innanzitutto uscire dagli schemi e dai compartimenti stagni. Le serp cambiano di continuo, si sa, ma quante volte ci si ritrova a puntare comunque tutto su una singola pratica SEO invece che mutare anche la propria strategia?
“Devi immaginare Google come un grande ecosistema, che coinvolge gli utenti in vari luoghi durante il customer journey”.
In tal senso la cosa migliore da fare è “dare un senso ad ogni micro-operazione, anche la più banale”. Non vanno dimenticati tuttavia gli update che Google rilascia di continuo e che minacciano sempre più realtà online: non si può schivare il colpo, solo rimanere in piedi nonostante la tempesta virtuale.
Pensare ai SEO trends 2020 e dimenticare la centralità del brand sarebbe un errore. Ecco perchè fra le pratiche da adottare deve esserci anche la Brand Awareness: puntare tutto sul nome dell’azienda o del progetto, aiuterà a rimanere stabili anche di fronte ai vari cambiamenti dell’algoritmo. Se da un lato Google Discover sta prendendo sempre più piede ed è diventato ormai una fonte interessante di traffico, dall’altro bisogna puntare tutto sul nome del brand. L’unico che secondo Tolomei può davvero fare la differenza. Sarebbe un errore anche non continuare ad informarsi, studiare, analizzare, applicare. E persino sbagliare, perchè no.
Il contenuto è ancora il re
Anche se alcuni cambiamenti sono in atto ed altri sono pronti a sconvolgere di nuovo le serp attuali, c’è un aspetto della SEO che sembra non mutare mai: content is the king. Il contenuto, di qualità s’intende, farà sempre la differenza. Quando si parla di contenuti di qualità tuttavia va fatta una precisazione: significa partire dall’utente, fornire le informazioni che cerca, in modo completo e accurato. Non vuol dire mettere alla berlina le parole chiave, ma arrivare persino ad anticipare le esigenze del navigatore.
Per fare questo, l’esperto SEO Marco Ronco consiglia di partire dal Search Intent, intuire le buyer persona e le motivazioni che le spingono a fare determinate ricerche. Il recente update BERT, arrivato da pochi giorni anche in Italia, spinge proprio a considerare un linguaggio naturale e ad abbandonare la vecchia strategia di pensare per parole chiave.
Tutto ciò non vuol dire però che avere un sito web ottimizzato SEO sia sbagliato, anzi. Il termine stesso SEO implica diversi accorgimenti che permettono alle aziende di essere presenti online in modo significativo. Al tempo stesso esistono anche altri canali per ottenere lo stesso risultato, meglio se usati tutti per convogliare verso l’obbiettivo primario del nostro brand.
Diventare delle risorse attive con i dati strutturati
Esiste una grossa differenza fra i siti che si limitano a raccogliere contenuti e i portali che iniziano in modo intelligente la Google Search Console e Schema.org. Questo il pensiero dello sviluppatore e consulente Web Marketing Flavius-Florin Harabor, soprattutto per chi è ancora agli inizi. I siti vetrina fini a se stessi non porteranno presto da nessuna parte, così come gli e-commerce o blog personali senza contenuti. Google BERT impone proprio l’ottimizzazione costante del contenuto, ovvero scrivere per l’utente e non nella speranza che il motore di ricerca adatti il contenuto alle richieste dei navigatori.
Tuttavia, dato che parliamo sempre di algoritmi, occorre tenere in considerazione una certa difficoltà da parte degli stessi nel comprendere il contesto. Per migliorare la capacità di comprensione degli algoritmi di Google, si può puntare sui dati strutturati grazie all’implementazione di Schema.org sul proprio sito.
Non solo Vocal Search, attenzione alla Visual Search
Parlando di SEO trends del 2020 abbiamo visto come un’importanza sempre maggiore andrà alla Vocal Search, ovvero alla ricerca vocale grazie agli assistenti virtuali come Siri, Alexa e lo stesso Google. Per l’esperto SEO e Web Designer Luca Carchesio si tratta di un fatto ovvio: basti pensare a quanto i due colossi Google e Amazon stiano investendo, anche in pubblicità, sulla Vocal Search. In virtù di tutto questo, consiglia di prestare particolare attenzione ad alcuni aspetti:
- Il contenuto va impostato sotto forma di domanda/risposta
- Spazio ai bullets points, ovvero l’elenco puntato
- Migliorare subito i contenuti che hanno già ottenuto un posizionamento interessante, in modo che Google sia più invogliato ad attivare l’assistente
Non bisogna dimenticare anche un’altra delle ultime novità: la Visual Search. Si tratta di una delle tecnologie più importanti che in breve tempo cambieranno in modo significativo le strategie SEO. Le immagini stanno diventando sempre più importanti, soprattutto per la loro capacità di arrivare in modo diretto e chiaro all’utente. Google Lens è solo un esempio di quanto tenere in considerazione le immagini del proprio sito potrebbe portare a risultati interessanti per il proprio brand. Forse non tutte le realtà online potrebbero sfruttare questo aspetto a proprio vantaggio, ma diventa una vera e propria necessità per alcuni tipi di navigatori:
- chi cerca la traduzione di un cartello straniero
- chi è alla ricerca dei valori nutritivi di un determinato prodotto
- chi, partendo da una fotografia di un piatto, cerca la ricetta corrispondente
- chi cerca informazioni su monumenti o luoghi d’interesse
- chi fa shopping online
- chi segue gli influencer e vuole approfondire i prodotti sponsorizzati
- tanti altri tipi di utenti e ricerche
Per sfruttare questa previsione sui SEO trends 2020, Carchesio consiglia quindi di migliorare la presenza delle immagini sul proprio sito. A partire dal tag alt, con query di ricerca sia nel nome dell’immagine sia nel titolo, fino al posizionamento dell’immagine nella parte alta della pagina. Senza dimenticare i markup migliori di Schema.org per questo tipo di contenuti e la coerenza fra l’immagine proposta e il suo significato