Lo shock advertising è un tipo di pubblicità che utilizza in modo esplicito messaggi controversi, disturbanti e provocatori che si pongono in contrasto con le prassi sociali (Andersson et al., 2004). Questa tecnica è solitamente utilizzata dalle organizzazioni no profit per sensibilizzare i cittadini riguardo a temi di importanza sociale. Ma viene utilizzato anche da aziende for profit con alcune differenze di approccio alla strategia, come l’ultima pubblicità firmata Apple per il lancio del nuovo Apple Watch 7. Prima di esaminarla nel dettaglio e spiegare la strategia di comunicazione studiata dal colosso americano, diamo una infarinatura di cosa è e su cosa si basa lo shock advertising.
Cos’è lo shock advertising ?
Per definizione shock advertising nasce dalla fusione dalle parole shock (letteralmente: urto, impressione violenta, scossa) e Advertising (cioè pubblicità), si tratta proprio di tattiche, strategie di marketing utilizzate per impressionare il pubblico e catturare la sua attenzione.”. La tecnica dello “shock” viene utilizzata per destare l’attenzione del consumatore e creare buzz intorno all’idea di marketing; per farlo lo shock advertising utilizza concetti che violano deliberatamente norme sociali o ideali personali del target a cui essa è rivolta. Tale tecnica può essere espressa sotto forma di nudità, la violazione di norme sociali, immagini disgustose, riferimenti sessuali volgarità o offese morali. Oppure, in alcuni casi tocca argomenti definiti come “tabu” dalla società come suicidio, omicidio, morte, aborto, overdose, pratiche sadomaso, stupro, zoofilia, pedofilia, parodia di simboli religiosi e violenza fisica sulle donne e molto altro.
A questo genere di pubblicità sono riconducibili, a loro volta, altri due generi di pubblicità descritti di seguito. In ogni caso la percezione della shockvertising, e l’effetto che questa può avere sulla sensibilità dei destinatari, varia in relazione al tipo di persona, al tipo di cultura, e al periodo storico.
Per certi versi la shockvertising rappresenta l’esatto contrario della pubblicità subliminale.
La yobbo advertising
La Yobbo advertising, ovvero quella forma di pubblicità che mira ad impressionare con ogni mezzo possibile il pubblico nella speranza di catturarne l’attenzione. Questo termine racchiude tutte quelle promozioni che utilizzano immagini oscene, volgari, blasfeme, offensive e ripugnanti per provocare la sensibilità del destinatario. L’offesa è provocata attraverso il processo di violazione delle norme, includendo trasgressione della legge o del costume, o infrazione di un codice morale o sociale. È proprio violando deliberatamente queste norme che lo shock è in grado di attrarre l’attenzione dell’audience all’interno dell’ecosistema pubblicitario. L’elemento sorpresa è cruciale: dopo aver catturato l’attenzione, la sorpresa incoraggia un ulteriore processamento dei contenuti.
Fear arousing appeals
Con Fear arousing appeals (il nome significa letteralmente “appello alla paura”), si intende tutti quegli spot pubblicitari che invece di far leva sulle sensazioni positive basano l’attenzione su quelle negative. La paura viene utilizzata la maggior parte delle volte per sdrammatizzare gli effetti negativi di alcuni comportamenti scorretti. Spesso questo tipo di spot viene utilizzato per campagne antifumo, sicurezza stradale e altre promozioni comportamentali. Si tratta proprio di appelli emotivi che suscitano paura al fine di portare lo spettatore a prendere delle precauzioni per non imbattersi in realtà spiacevoli.
I Fear arousing appeals sono presenti anche in ambito commerciale: i messaggi pubblicitari generalmente creano la necessità di un prodotto utilizzando la paura come arma in modo da far credere al pubblico di avere bisogno di qualcosa di cui non necessitano realmente come nel caso di Apple Watch 7. Vediamolo insieme
Fear arousing appeals: Apple Watch 7
Poche settimane fa, Apple ha lanciato la nuova campagna per il nuovo apple Watch 7. Fin da subito lo spot ha diviso l’opinione pubblica; per alcuni un oltraggio alla vita, per altri un’idea geniale in grado di superare il tabù della morte.
ma procediamo per gradi
Cominciamo da analizzare lo storytelling dello spot; ci troviamo in mezzo ad un bosco isolato e silenzioso, viene fatta partire automaticamente una chiamata di emergenza alla polizia dall’Apple Watch di una persona che, in seguito a una brutta caduta, ha perso i sensi e non risponde più ai comandi del suo orologio digitale. La voce, simile a quella di Siri, è in grado di fornire le esatte coordinate per la localizzazione del ferito.
Per i sostenitori della campagna, l’idea di trasformare un semplice contapassi in un “salvavita” è proprio alla base di una buona Brand Identity. La capacità di aumentare il valore percepito di un prodotto, il consumatore ora assocerà l’orologio alla sicurezza e alla salvaguardia della propria vita. E ciò non ha prezzo!
Dall’altro lato, troviamo le critiche; sono molte le persone che sostengono che non sia etico promuovere un prodotto facendo leva sulle paure, in particolare quelle della morte o del morire in solitudine.
Anche se lo spot ha ricevuto l’etichetta di “sleale” e “senza vergogna”, è riuscito a far parlare di sé e a raggiungere un’ampissima audience di persone.
In conclusione:
La letteratura esaminata offre moltissimi spunti di approfondimento sul tema dello shock advertising. L’obiettivo di questo elaborato è di rispondere, attraverso l’analisi della letteratura principale, ad una domanda centrale: lo shock advertising ha successo in ambito commerciale? E’ veramente immorale far leva sulle paure della gente o la paura è un’emozione come tutte le altre, e di conseguenza commerciabile?
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