Secondo alcuni studi, l’87% delle imprese utilizza i video come uno strumento di marketing. Ad ogni modo, alcuni pubblicitari continuano ad essere diffidenti a riguardo, preoccupandosi in particolare che l’investimento nei video pubblicitari non porti ad ottenere i risultati sperati. Questa preoccupazione ha comunque un senso, perché è facilissimo creare un brutto video, ovvero che non rispetti gli obiettivi di marketing. Bisogna perciò studiare e mettere in pratica semplici ma mirati insegnamenti. Anche se ogni impresa è diversa, ci sono alcune regole da rispettare per migliorare i propri video pubblicitari. Eccone qui di seguito alcune.
1. Personalizzare
Molte persone pensano che i video pubblicitari online siano essenzialmente uguali a quelli tradizionali che passano in televisione. Peccato che invece tra i due tipi ci siano delle differenze sostanziali.
La differenza maggiore sta forse nel maggior target della televisione. Certamente, alcuni programmi hanno un target demografico più ristretto. Ad esempio, l’agenzia Nielsen mostra che gli spettatori di This is Us sono per il 79% caucasici e (forse) donne. Siccome però il numero è così ampio, potrebbe non riscontrarsi la stessa concentrazione di caratteristiche riguardo ad altri parametri, come ad esempio comportamento e psicografica.
Con i video pubblicitari online, il Targeting può scendere più nello specifico. Questo significa andare al di là delle caratteristiche base del pubblico, come genere, età e residenza. Può anche significare scavare più a fondo nelle passioni e negli interessi. Avendo questa possibilità di essere più specifici, si può indirizzare il proprio messaggio agli individui, invece di focalizzarsi sui gruppi di persone.
2. Rendere interessante
Una caratteristica delle pubblicità in televisione è l’interruzione della visione. State guardando l’ultimo episodio della vostra serie preferita e… sbam! Vi ritrovate a guardare una pubblicità di un detersivo. Questo genere di interruzione rende difficile catturare l’interesse, creando invece risentimento.
I pubblicitari sono diventati così più sensibili riguardo a questo tipo di interruzione. Stanno cercando di migliorare nel rendere più compatibili le pubblicità, i programmi tv e le caratteristiche degli spettatori. Ad ogni modo, alcuni sport continuano ad annoiare.
Con i video pubblicitari si ha la possibilità di crearne di altamente rilevanti rispetto al contenuto. Come risultato, sembreranno sempre meno un’interruzione, venendo piuttosto percepiti come qualcosa che aggiunge del valore a quello che già si sta guardando.
Infatti, alcuni pubblicitari stanno creando più versioni leggermente diverse della stessa pubblicità per fondersi meglio con il programma con cui vengono mostrati. Potrebbe sembrare un lavoro oberoso, ma nuovi strumenti lo stanno rendendo molto più facile.
3. Catturare l’attenzione sin da subito
Diversamente dalle altre forme di pubblicità, con gli spot non c’è l’immaginazione che serve a creare lentamente un climax. Bisogna catturare l’attenzione sin da subito. Altrimenti, la gente distoglierà l’attenzione in 5 secondi. I produttori e gli sceneggiatori hanno sviluppato diversi modi per riuscirci.
Un metodo è lo storytelling. Quando la premessa di una storia cattura l’attenzione, si è più inclini a continuare a vedere come va a finire.
L’uso delle celebrità è un altro metodo. Quando appare un personaggio famoso rilevante per il video, le persone sono più propense a continuare a guardare tutta la pubblicità.
La necessità di catturare sin da subito l’attenzione non è dovuta alla contrazione di attenzione, bensì all’aumento del numero di di scelte di contenuti disponibili. La gente sta diventando sempre più selettiva rispetto a quello che guarda. Se qualcosa non interessa subito, non si esita più a saltare, scrollare o mandare avanti.
4. Associarsi ai creator
Rispetto ad ogni altra piattaforma di pubblicità, probabilamente i creator di YouTube hanno sviluppato una maggiore relazione con i propri fan. Infatti, più spettatori che mai seguono i loro creator preferiti, interagendo con i loro canali ogni giorno.
Questo crea una nuova opportunità per i pubblicitari. Collaborando con i creator di contenuti video, si ha un nuovo modo di arrivare ai loro fan.
5. Renderlo reale
Fino a poco tempo fa, lo standard a cui aspirare era quello di spot agili e prodotti con molti soldi. Le regole però sono ormai cambiate. Al giorno d’oggi, i contenuti video che sembrano grezzi e autentici possono a volte avere risultati migliori rispetto a quelli con contenuti più curati. La scelta ricade ovviamente sulla marca, ma è sbagliato pensare che il proprio spot debba avere gli stessi standard di produzione dei video pubblicitari di lusso che passano in televisione. Perciò, non servono automaticamente immagini e riprese di repertorio e non bisogna aver paura di creare qualcosa di più umano e personale. Questo potrebbe anche significare di mettere nei propri spot persone “reali”. Quando si mostra qualcuno in cui gli spettatori possono rispecchiarsi, il prodotto o il servizio possono trovare il favore del pubblico.
6. Scegliere il tipo di spot giusto
Bisogna scegliere tra tanti formati di video pubblicitari, tra cui quelli skippabili e non skippabili online, i video discovery, gli outstream e i bumper. A seconda degli obiettivi, alcuni sono più efficaci di altri. Per esempio, quelli non skippabili e i bumper sono più adatti per chi vuole sviluppare una brand awareness e raggiungere più persone.
Perciò, è fondamentale scegliere il tipo di format video basandosi sui propri obiettivi di marketing.
7. Includere una call to action
Dite alla gente cosa volete che facciano dopo che hanno visto il vostro spot, sia che si tratti di visitare un sito o fare un’acquisto. Oppure si può includere una call to action, che non è nulla di nuovo nel panorama del marketing, ma che spesso non viene considerata nella creazione di un video pubblicitario. Spesso invece, più la call to action è specifica, migliori saranno i risultati.
8. Continuare a verificare
Una volta che lo spot è stato creato e postato, il lavoro è però solo a metà. Serve comunque continuare a monitorare i risultati e vedere quanto ogni pubblicità sta rendendo. Non bisogna aver paura di sperimentare con i video, spostandoli in diverse fasce orarie e canali. Il machine learning di Google può aiutare in questo, ma solo con la prospettiva di apportare anche modifiche manuali. Solo allora si potrà capire quale pubblicità funziona meglio in determinate circostanze.