I primi manifesti pubblicitari sono comparsi intorno alla fine dell’Ottocento. A quel tempo i manifesti erano delle vere e proprie opere d’arte, in cui la pittura grafica faceva da padrona, basti pensare alle famosissime locandine del “Moulin Rouge”, realizzate dal 1891 da Toulouse Lautrec.
Nella storia della pubblicità e del marketing esistono numerosi esempi di pittori famosi all’opera per realizzare loghi o grafiche in linea con le mode del momento. Vediamoli insieme.
Salvador Dalì e Chupa Chups.
Partiamo dalla Barcellona del 1958. In questi anni l’inventore Eric Bernant fa uscire sul mercato il Chupa Chups, un prodotto che si diffonderà in maniera capillare in tutto il mondo e rimarrà sulla cresta dell’onda fino ai giorni nostri. Il cosiddetto lecca lecca ebbe subito molto successo soprattutto per la forma inusuale, poichè rappresentava la prima caramella su stecco.
Essendo appunto un’invenzione innovativa e fuori dagli schemi, per la realizzazione sia del logo che del packaging, venne richiesto molto tempo e studio.
Qui entrò in gioco il grande pittore surrealista Salvador Dalì. Infatti, fu proprio lui nel 1969 a disegnare il logo di Chupa Chups. Secondo alcuni racconti il pittore realizzò il progetto in pochissimo tempo, utilizzando come base la copertina posteriore di un giornale.
Il tratto surrealista di Dalì però è stato sfruttato indirettamente anche da un altro famosissimo brand, cioè Volkswagen. Il produttore di macchine tedesco utilizzò elementi ricorrenti nell’arte di Dalì, come orologi flessibili e formiche, per promuovere l’uscita della nuova Polo Blue Motion.
Il lavoro di Bob Noorda
Anche la storia di Enel ha incontrato durante il suo percorso pubblicitario un artista famoso. Stiamo parlando di Bob Noorda, il quale disegnò il logo della multinazionale italiana.
Noorda nacque nel 1927 ne Paesi Bassi e si spostò in Italia intorno agli anni ’50 del secolo scorso.
Bob Noorda è stato uno dei più grandi artisti del settore del marketing e della comunicazione del 900. Egli si occupò anche del logo della metropolitana milanese e della sua mappa, con le diverse segnalazioni di uscite, fermate, nomi e altre informazioni utili.
L’idea di scrivere i nomi delle diverse stazioni della metropolitana milanese su strisce colorate posizionate lungo la tratta, fu di Noorda. La grafica ebbe talmente successo che venne utilizzata anche per la metropolitana di San Paolo e di New York.
Noorda venne reso famoso anche per la sua ideazione e realizzazione di loghi molto celebri come quello delle case editrici Mondadori e Feltrinelli, e anche per quello della Regione Lombardia.
Bob Noorda partiva dall’idea che le componenti grafiche inerenti ad un marchio, dovevano essere selezionate e costruite con l’unico fine di creare una brand identity stabile e potente. In questo senso l’artista lavorava con impegno e passione perché gli elementi comunicativi di un marchio rispecchiassero l’identità stessa del brand.
Il futurismo di Fortunato Depero
Con il 1900 e l’avvento delle nuove tecnologie in Italia cominciò a diffondersi una modalità di comunicazione esclusivamente visiva. Le città erano letteralmente tappezzate da manifesti pubblicitari dove la scrittura appariva ridotta al minimo mentre si dava ampio spazio alle immagini.
I futuristi italiani seppero cogliere la palla al balzo e cominciarono a realizzare sempre più opere collegate alla pubblicità e alla comunicazione con il pubblico. Di conseguenza avvenne una fusione fra la pubblicità e lo stile di questa corrente artistica, caratterizzata da tonalità accese ed intense, ed un impiego dei font tipografici ben studiato. Possiamo affermare che il settore della comunicazione ha dato ampia visibilità a questa corrente artistica tanto da diffonderla in tutto il mondo.
L’arte futurista rappresentò lo stile giusto al momento giusto, nel senso che il linguaggio di questa tecnica fu in grado di riprodurre in maniera inequivocabile la dinamicità e la modernità del periodo che si stava vivendo.
Fra gli artisti di spicco del futurismo italiano impegnati nel settore pubblicità e marketing, dobbiamo obbligatoriamente citare Fortunato Depero.
Fortunato Depero è stato uno dei maestri del futurismo italiano e nel 1931, pubblicò insieme all’impresa Campari, il cosiddetto “Manifesto della pubblicità futurista”, nel quale lui sosteneva che comunicando con ingegno e inventiva i propri prodotti o servizi, si produceva niente altro che arte, la più pura e più vera possibile.
L’artista Depero collaborò con aziende italiane importanti come Magnesia, Schering la casa farmaceutica, il liquore Strega, l’acqua San Pellegrino, ma soprattutto Depero è famoso per il suo lavoro con Campari, per la quale pensò e realizzò la grafica della celebre bottiglia Campari Soda, ancora famosa ai giorni nostri.
Il futurista Depero fu colui che stravolse completamente i dettami dei vecchi e classici manifesti pubblicitari. L’artista andò a mutarne completamente l’assetto grafico, i font, ma anche i colori, passando da tonalità più neutre a toni più accesi e brillanti. Le parole nei manifesti pubblicitari futuristi rappresentavano degli elementi a sé stanti, assemblati attentamente insieme a formare frasi accattivanti.
La pubblicità del dopo-guerra
Si assisterà ad un vero boom della pubblicità nel dopo guerra. In tale periodo questo settore cominciò a svestirsi di quell’aspetto puramente artistico di cui era caratterizzato, per diventare sempre più un mezzo di comunicazione. Infatti dal dopo guerra in poi si capì che non bastava solo stimolare l’attenzione del pubblico, ma era necessario anche scoprire come mantenerla nel tempo. Difatti vennero effettuati numerosi studi come ad esempio quelli della Gestald, che portarono il settore della pubblicità ad avvicinarsi a discipline diverse come la psicologia ed il marketing.
Questi sono soltanto alcuni esempi dove arte e marketing si sono fusi insieme per realizzare opere creative innovative e in grado di attrarre l’attenzione dei più. Inizialmente l’arte era un mondo che respingeva la pubblicità, dalla quale si allontanava e prendeva distanze, ma con il passare del tempo si è capito che i due universi erano soltanto due facce della stessa medaglia, e che tramite il mondo artistico si potevano creare dei contenuti pubblicitari inediti ed originali. (Arte e pubblicità di Elio Grazioli).
Fonti*: Arte utile per la pubblicità, di Marco Maraviglia; Arte e pubblicità, di Elio Grazioli; Quando arte e marketing si incontrano: il caso di Salvador Dalì;
Brand identity e graphic design: a scuola da Bob Noorda.