Come nasce il fenomeno dell’Influencer?
Come già anticipato nella descrizione iniziale la figura di Influencer rappresenta colui/colei che influenza in maniera positiva, la massa.
Generalmente lo fanno semplicemente parlando o raccomandando un determinato prodotto, ma il meccanismo non è nato adesso.
Vediamolo un po’.
Origini
La storia della nascita dell’Influencer risale sin dai primi tempi del passaparola, che tuttora funziona e rappresenta quella fiducia che si ha nella persona in cui ci dice che è piaciuto oppure ha provato un determinato prodotto e noi pensiamo: “Proviamolo anche noi, no?”
E così acquistiamo anche noi il prodotto un po’ per curiosità e per fiducia che qualcuno si è già trovato bene e chissà magari, passiamo la parola anche noi.
Il primo caso di testimonial però, risale al 1890.
Nancy Greem fu assunta dalla Milling Company solo ed esclusivamente per divenire il volto del mix di pancake “Aunt Jemina”.
L’idea di vedere un volto così familiare su un prodotto alimentare generava nella mente del cliente fiducia e voglia, curiosità, di provarlo. Così in poco tempo il prodotto finì in tutte le dispense delle case americane e anche oggi dopo 130 anni è conosciuto in tutto il mondo.
Nel 1940 fu teorizzata l’importanza degli opinion leader in politica ed intorno al 2004 con l’esplosione di Internet e dei blog fu decisione da parte delle aziende, di affiancare i loro prodotti a dei blogger per farsi recensire e coinvolgere il loro pubblico.
Il fenomeno di Chiara Ferragni
A prescindere che tu sia un ammiratore o meno di Chiara Ferragni, per capire il concetto di Influencer bisogna passare da lei.
In data 12 ottobre 2009 Chiara, insieme al suo fidanzato dell’epoca Riccardo Pozzoli, aprì il blog The Blonde Salad con l’unico obiettivo di pubblicare qualcosa che finora non aveva riscosso successo: gli abbinamenti di look del giorno.
Con solo l’investimento di 10 euro per l’indirizzo Internet e 500 euro per una macchina fotografica, è nata la storia e dopodiché una vera e propria tendenza.
Negli Stati Uniti, infatti, il mondo digitale era già importantissimo ed un semplice blog di Flickr in poco tempo riscosse un successo enorme non solo come attività di intrattenimento.
Molte persone iniziarono a chiederle di quali marca fossero gli abiti che lei indossasse, e così piano piano anche le aziende si interessarono a lei come “creatore di relazioni sociali e canale di vendita”.
Nel 2019 esce nelle sale del cinema “Chiara Ferragni – Unposted” un documentario incentrato sul ruolo fondamentale dei social nel mondo del business e dell’idea di The Blonde Salad. In Italia il documentario ha incassato 1.601.499 euro nel corso dei tre giorni di programmazione, giusto per dire qualche dato.
Oggi
Nel 2021 lo scenario si è intricato ancora di più in quanto i personaggi che fanno questo di lavoro sono diversi, e così anche le aziende che decidono di investire su questo tipo di comunicazione.
Gli influencer adesso hanno una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e per questo ricevono anche un sostanzioso riconoscimento. Non vi è un guadagno preciso perché tutto dipende dalla propria capacità di attrarre investitori, infatti non è così scontato fare questo lavoro.
Inoltre, vista la grande diffusione di questo fenomeno, lo stesso termine “Influencer” è stato suddiviso in altre tipologie:
- Esperti di settore;
- Attivisti;
- Trend Setter;
- Personaggi famosi.
I primi esercitano un’influenza di tipo tecnica, proprio per l’esperienza nel settore di riferimento. Gli Attivisti mantengono il loro profilo attivo per materie di interesse pubblico-sociale e così anche i Trend Setter, con la differenza che questi aggiornano il profilo con novità che provano in prima persona.
I personaggi famosi tendenzialmente si confondono con le precedenti definizioni, ma il loro unico fine è quello di rappresentare un “modello d’ispirazione” per le loro abitudini e stile di vita.
Perché investire sull’Influencer Marketing?
Ai tempi in cui bastava la TV come grande ed unico mezzo di comunicazione, il cliente si rivolgeva esclusivamente a questo ed aveva meno possibilità di scelta nei prodotti mentre oggi tramite una ricerca Online vi è una scelta illimitata.
Per questo devi essere bravo ad attrarre il tuo pubblico, e se in questo vi sono dei personaggi già ben definiti sul mercato e con un loro seguito, perché non proiettare un’intera campagna pubblicitaria attraverso di loro?
A fare gola ai brand, infatti, è la credibilità che questi hanno sul loro pubblico trasmettendo fiducia ed affidabilità.
- Seguito ed Interazioni,
- Autenticità,
- Credibilità e valori,
- Ruolo nel Funnel Marketing (Su quest’ultimo se vuoi saperne di più, leggi l’articolo qui)
Questi quattro punti sono fondamentali per instaurare una collaborazione tra azienda-influencer ma come ogni rapporto, questo va coltivato e alimentato.
Pertanto, in primo luogo, va scelto il mediatore con criterio e dopo stabilire con lui gli obiettivi che si fanno su quanto pubblicare, quante persone raggiungere, chi raggiungere e come farlo.
Alcuni esempi di campagne pubblicitarie con Influencer
- Samsung Galaxy Camera
La Samsung voleva far conoscere la potenzialità della sua fotocamera. e come è ben risaputo quando si deve scegliere di cambiare un nuovo telefono se si cerca online spesso veniamo tempestati di mille informazioni tecniche e poco chiare.
Per cui come attrai un potenziale cliente? Regalando un cellulare ai suoi Influencer per fare storytelling e far vedere le potenzialità di foto e video.
Vedi ad esempio il famosissimo selfie scattato da Ellen DeGeneres durante la notte degli Oscar, retwettato in tutto il mondo in pochi minuti.
- Daniel Wellington
Il nome di questo brand di orologi è spopolato in gran parte grazie ad Instagram e alla sua campagna social con particolare attenzione al Marketing Influencer.
Alcune delle stelle di Instagram hanno indossato questi orologi, testimoniando tutto con post e stories ed il risultato è stato di più di 1.200.000 follower in un anno con un incremento dei profitti pari al 214%
- Yeezy Boost
Attirare l’attenzione su un colosso come Adidas, non è difficilissimo, se poi affiancato a questo viene anche posizionato Kanye West la faccenda si fa ancora più semplice. Ma, creare una reputazione di un marchio ancora prima che questo venga inserito all’interno del mercato, non è facile!
Difatti, l’obiettivo di Adidas era far capire l’esclusività delle scarpe puntando tutto su un unico testimonial.
Il risultato è stato sensazionale, la lista di attesa delle sneaker era interminabile e di reputazione di alta fascia!
Per avere successo è necessario distinguersi quindi
sii creativo e studia bene la tua strategia!