Come tutti i social network, anche Instagram è in continuo mutamento, e per i social media marketer può essere importante conoscere le tendenze della piattaforma di condivisione di foto e video per il 2019. Ecco, quindi, le nuove 5 strategie di marketing su Instagram.
Il coinvolgimento che passa dal feed alle stories
Le aziende che scelgono Instagram come canale comunicativo solitamente lo fanno poiché vogliono rivolgersi a un pubblico giovane, molto attivo sui social e senza ombra di dubbio estremamente attivo e propenso al coinvolgimento interattivo.
Questo fatto, negli anni recenti, ha causato una netta direzione di marcia nel modo in cui gli utenti utilizzano la piattaforma e nella maniera secondo la quale gli algoritmi selezionano i contenuti da mettere in evidenza. E il risultato è stato che il classico feed, ovvero la galleria fotografica tipica di ogni profilo, ha perso valore nel tempo.
Tuttavia, complessivamente, i dati confermano che Instagram è un social che continua a crescere: come mai c’è questa apparente contraddizione?
Il merito è tutto delle Stories, che accolgono più di 400 milioni di utenti in tutto il mondo, rappresentano uno strumento comunicativo molto immediato, assolutamente interattivo e fortemente coinvolgente, anche grazie al poco tempo che richiedono: tutti elementi indubbiamente indispensabili per fare engagement e coinvolgere attivamente gli utenti.
Ecco, quindi, che l’attenzione delle aziende si è spostata dal feed e dai “link in bio” alle Stories e, più nel dettaglio, agli stickers: nelle storie, infatti, utenti e brand hanno la possibilità di aggiungere alcuni elementi, tra cui sondaggi, “fammi una domanda” e interazioni di vario tipo. Inoltre, un altro modo per creare engagement consiste nell’aumentare l’attesa di qualcosa, e ciò è possibile grazie al countdown, che può essere caricato anche in questo caso nelle Stories.
Nel 2019, dunque, i brand devono assolutamente investire in un’adeguata campagna di Stories con l’aggiunta di stickers.
Inoltre, ci si può aspettare che Instagram proponga alle aziende degli strumenti per la creazione e la pubblicazione di propri sticker aziendali, che contraddistinguono il marchio da tutto il resto (esattamente come accade per le GIF animate).
In merito alle GIF, inoltre, vi è tutto un altro approfondimento da fare, poiché queste possono essere create in qualità di call-to-action, ma anche per consentire ai clienti di utilizzare dei contenuti brandizzati che possono arricchire le loro storie e – in maniera indiretta – fare marketing.
Gli influencer sono sempre più autentici e vicini alle persone comuni
Gli interventi dell’azienda Facebook Inc. per contrastare il grosso problema relativo ai follower fasulli hanno avuto effetti molto positivi (benché non l’abbiano ancora risolto del tutto). In virtù di ciò, oggi gli influencer attivi su Instagram difficilmente possono contare sul seguito di profili falsi solo per “fare numero”, il che dimostra la maggiore capacità di queste persone di attrarre il pubblico ed esercitare realmente la propria influenza.
Grazie a Instagram, l’impiego di influencer quali strumento di marketing è aumentato esponenzialmente negli anni, e nel 2019 come nei futuri anni si prevede che questo trend prosegua ancora, toccando un giro d’affari di circa 10 miliardi di dollari. Il merito del maggiore impiego di questa strategia di marketing è da imputare non solo agli interventi “anti fasullità, ma anche a una maggiore trasparenza dell’azienda. Gli utenti, infatti, lamentavano negli anni scorsi il fatto che i post sponsorizzati non fossero pubblicati in quanto tali, e ciò veniva percepito come il desiderio di “nascondere” la promozione; anche in questi termini, però, Instagram si è mossa a dovere, attivando la dicitura “sponsorizzato da…” per garantire una migliore e più onesta comunicazione con il pubblico.
Questo, inoltre, potrà avviare una vera e propria reazione a catena, spingendo sempre più follower a parlare dell’argomento e a ringraziare i brand che hanno proposto la pubblicazione dei contenuti, intrattenendo – anche in questo caso – una relazione più onesta e sincera con le migliaia di persone che quotidianamente guardano le storie o i contenuti. Il tutto si traduce in maggiore autenticità e nell’abbattimento di alcuni tabù, tra cui i soldi.
Ovviamente, per garantire l’autenticità della promozione da parte dell’influencer, ogni azienda deve scegliere quelli più adatti all’immagine del brand. Non ci si può aspettare una recensione onesta da un influencer che non usa un particolare oggetto o che non lo gradisce. La selezione della figura a cui affidare questa delicata mansione, dunque, è la difficoltà più alta verso la quale vanno incontro le aziende.
Scegliere i microinfluencer
I trend in merito agli influencer su Instagram nel 2019 non sono terminati, poiché la questione è molto più ampia. Sembra, infatti, che le aziende stiano preferendo sempre più di commissionare lavori a microinfluencer (con meno di 100000 follower) o addirittura nanoinfluencer (i quali hanno un seguito poco superiore ai 1000 utenti) per promuovere i propri beni o servizi.
Il motivo che sta alla base di questa scelta è principalmente legato all’engagement di cui si parlava in precedenza: diversi studi, infatti, dimostrano che in termini percentuali micro e nanoinfluencer influenzano maggiormente il proprio seguito.
Dunque un’azienda, piuttosto che affidare i post sponsorizzati a una star con un seguito molto elevato, ma che sarebbe in grado di “influenzare” effettivamente le scelte solo del 2% degli utenti che la seguono, preferisce commissionare il lavoro a un numero maggiore di influencer più “piccoli”, capaci però di raggiungere il 20% del seguito.
Perciò, non sempre “di più” equivale a “meglio”. La strategia, infatti, non solo ha un costo molto più basso per le aziende (poiché i post di un influencer dal basso seguito hanno un valore di mercato inferiore), ma presenta un’efficienza maggiore.
Ovviamente, un’azienda di enorme portata non adotterà mai un sistema simile, poiché ciò potrebbe rappresentare la “svalutazione” della propria immagine; la strategia, invece, funziona per i micro-marchi, ovvero piccole aziende che possono comunque raggiungere introiti molto elevati contando sull’eccezionale targeting effettuato dagli influencer di ordine inferiore.
Le aziende più grandi, entrate a conoscenza della minaccia, stanno tuttavia iniziando a creare micro-marchi interni, ai quali destinare un profilo Instagram specifico per il target da raggiungere.
Dati analitici applicati a Instagram
Da quando il social ha consentito di sponsorizzare contenuti, è diventato ovviamente una vera e propria macchina produttrice di denaro e di valore. Tutto ciò, però, potrebbe prendere una brutta piega per ciò che riguarda l’esperienza utente, rendendo la piattaforma uno strumento sempre più commerciale, snaturando l’intento originario di creare un luogo semplice per la comunicazione attraverso le immagini. Un po’ come è avvenuto, negli anni, per Facebook.
Nonostante per molti utenti questa direzione possa risultare sgradita, per i brand si tratta di una vera e propria miniera d’oro, perché può consentire una maggiore possibilità di vendita. Nel 2019, a tal proposito, è prevista una vera e propria sezione su Instagram dedicata agli acquisti (oggi, tuttavia, sono già presenti i reindirizzamenti al sito di vendita), che consenta alle aziende di ottenere un nuovo ed esclusivo canale di vendita.
A questo punto le cose si fanno serie, il che significa che le aziende possono essere veramente interessate a valutare il ROI delle storie, dei contenuti e delle vendite effettuate su Instagram. Pertanto, l’azienda ha già realizzato una versione beta di un software simile a Google Analytics, ma applicabile esclusivamente a Instagram.
Le aziende che decideranno di approdare su Instagram nel prossimo futuro, quindi, dovranno programmare con attenzione i contenuti da pubblicare, fare targeting e valutare il ROI di ogni singola attività, poiché la pubblicazione di stories e contenuti sta passando sempre più da uno strumento di commercializzazione sperimentale a uno avanzato e consolidato.
La comunicazione diretta
Un’altra tendenza di Instagram per questo e per gli anni a venire riguarda la comunicazione mediante IG Direct. L’azienda sta infatti implementando sempre più funzioni all’interno della chat privata, il che dimostra la chiara intenzione di voler realizzare un’alternativa alle altre piattaforme di messaggistica (che, a dire il vero, appartengono al medesimo gruppo, ovvero Facebook Inc.).
Queste novità potranno risultare positive anche per le aziende, poiché in questo modo potrebbe diventare più semplice comunicare con i clienti, rispondendo alle domande o ricevendo assistenza diretta personalizzata. Inoltre, la possibilità di chattare con le aziende (esattamente come avviene su Facebook Messenger) potrebbe aumentare ulteriormente l’engagement degli utenti.
Non è da escludere che nei prossimi anni vi sia un nuovo trend, ovvero l’utilizzo di bot su Instagram Direct, per fornire risposte complete o inviti/promozioni personalizzati.
Il trend, inoltre, sembrerebbe confermato dall’attuale sviluppo di una nuova applicazione, indipendente da Instagram, e pensata esclusivamente per la comunicazione privata e diretta (come avviene in Messenger di Facebook). In questo modo il settore marketing delle aziende potrebbe comunicare con i clienti utilizzando una piattaforma accessibile comodamente da tablet e laptop, e non solo da smartphone come avviene oggi (il che, in ambito aziendale, può rappresentare un ostacolo).
E IGTV?
Non si possono fare previsioni in merito al futuro di IGTV, poiché non ha, ad oggi, riscontrato un elevato successo. È molto probabile, tuttavia, che in futuro non diventi uno strumento dedicato ai brand per fare marketing, mentre potrebbe ospitare funzionalità pensate per un pubblico più giovane – improntate totalmente sull’intrattenimento e il divertimento – e che esulano dai temi trattati in questo articolo.
Articolo tratto da https://later.com/blog/instagram-marketing-trends-2019/