Ne viene fuori una piccola ma esaustiva guida di consigli SEO che difficilmente si potrà trovare altrove! Un problema c’e stato, pero. Non volendo riproporre una guida fatta di suggerimenti che non hanno un filo logico, sono stati tagliati molti suggerimenti, anche per una questione di spazio. Alla fine e stata prodotta questa sorta di e-book che contiene tantissimi consigli utili per SEO esperti oppure alle prime armi: nessuna teoria filosofica ma solo trucchi pratici per ottenere un sicuro successo! Iniziamo, quindi, immediatamente a immergerci nel mondo SEO e a capirne i trucchi!
1. Il Marketing on line non è una monarchia
Non importa chi sia stato a coniare la frase “il contenuto è re” ma questa sicuramente è stata la regina del content marketing degli ultimi dieci anni. I contenuti, infatti, sono assolutamente importanti ma la verità, purtroppo, è che da soli i contenuti non bastano. Tanti, infatti, riescono a creare dei contenuti molto interessanti e accattivanti ma, nonostante questo, non riescono a vincere la sfida SEO. A spiegarci meglio la situazione corre in nostro aiuto Harris Schachter che ci spiega:
“Se un albero cade in una foresta ma nessuno lo sente, che importa se lo fa? E’ importante, quindi, che le aziende investano lo stesso sforzo che impiegano nella produzione anche nella promozione, nella comunicazione e nel SEO.”
Non si possono usare parole migliori di quelle di Fervil Tripoli per spiegare l’importanza dei contenuti nelle tecniche SEO. Secondo lo specialista, infatti, i contenuti sono solo una delle cose importanti che aiutano il SEO a realizzare il proprio arduo compito. In realtà molte altre cose possono essere fatte per un miglior posizionamento. E queste cose sono, ad esempio, il link building e tutte le tecniche di SEO off-page. Chris Dreyer ci spiega che Internet è ormai saturo di contenuti più o meno interessanti. Proprio per questo, da soli i contenuti non bastano ma occorre ben altro per migliorare l’indicizzazione del proprio sito e farlo salire nel SERPS. “Il contenuto non è il re. Il contenuto è il fondamento mentre la promozione è il re!”
Secondo Aaron Agius, invece, il lavoro di un SEO non si limita alla produzione e la pubblicazione dei contenuti ma molto deve ancora essere fatto. E’ in questo momento, infatti, che si deve attivare tutta la parte di attrazione dei link, sensibilizzazione e promozione che, alla fine, porteranno ad un maggiore traffico verso il proprio sito. Il problema è che molte persone si limitano a creare grandi contenuti e a non fare altro, convinti che ciò da solo basterà. Non c’è errore più grande, come ci ricorda anche Matthew Barby secondo il quale l’affermazione “basta creare grandi contenuti” è una delle più grandi bugie che sia mai stata detta intorno al SEO.
I grandi contenuti dovrebbero essere la base di partenza intorno alla quale ci sono tutta una serie di cose come le strategie on-page e off.page di SEO. Kulwant Nagi ci fornisce, invece, una verità sconcertante che potrebbe far crollare tutte le nostre certezze. Infatti, secondo il blogger non sempre per essere primi in Google con una determinata parola chiave occorre che nel testo ci siano molti riferimenti a questa stessa parola. Il professionista ha inserito le parole chiave di suo interesse nel titolo e nei tags di un sito che non aveva testo in homepage ed è riuscito ad ottenere risultati molto interessanti su Google.
Sembra, quindi, definitivamente tramontato il mito de “il contenuto è re”.
2. Troppo contenuto
Una convinzione generale è quella secondo la quale un sito deve avere numerosi contenuti nuovi ogni giorno. In realtà non è così.
Non importa il numero dei post e degli articoli quanto, piuttosto, la qualità di ciò che si scrive. Secondo Ryan Stewart tanti siti dovrebbero concentrarsi più sulla pulizia dei propri post che sulla produzione di nuovi contenuti, cercando di rendere il proprio sito e il proprio blog meno pesante possibile e molto più snello e interattivo. Secondo Aleyda Solís è inutile avere tantissime pagine se, poi, la maggior parte di queste non è indicizzata, è una pagina di errore, non è aggiornata, etc.
Meglio sarebbe, allora, impiegare il proprio tempo in un processo di pulizia per eliminare le pagine inutili e concentrare gli sforzi di indicizzazione solo su quelle utili.
3. Google è diventato dannatamente intelligente
Alcuni dei più grandi errori SEO nascono da come i webmaster reputano Google.
Infatti, molti lo considerano solo un insieme di algoritmi, una macchina il cui modo di pensare è molto semplice ed intuibile. In realtà, oggi Google utilizza il sistema di apprendimento automatico artificiale che si chiama RankBrain ed è il terzo fattore più importante di classificazione dei siti utilizzato dal motore di ricerca, dopo i contenuti e il link building.
Ovviamente, questo dato non può essere trascurato e porta ad un’unica conseguenza: il futuro del SEO sarà quello di trattare Google come una vera e propria persona, non come una macchina automatica. RankBrain, infatti, proprio come potrebbe fare una persona, giudica i contenuti in base non alla presenza di parole chiave ma facendo un’analisi testuale.
Potrebbe, dunque, ricondurre una pagina ad un concetto anche se la parola chiave nel testo non viene citata mai. Questo renderà, nel giro di poco tempo, del tutto inutile l’utilizzo di tecniche di SEO basate esclusivamente sull’inserimento delle keywords a caso nel testo. L’intelligenza artificiale di Google sta cambiando tutto. Ottimo il consiglio di Rick Ramos: se volete capire come il più importante motore di ricerca del web funzionerà nel prossimo futuro, collegatevi alla sua homepage e iniziate a divertirvi!
4. Non puntare tutto solo sul SEO
Probabilmente avrete sentito dire che il SEO è la pietra miliare sulla quale basare tutte le proprie tecniche di marketing on line. Ma siete proprio sicuri che sia davvero così? Forse la prima verità sul SEO è che non tutti hanno davvero bisogno del SEO o, quanto meno, che non tutti possono beneficiarne nello stesso modo.
Forse, come ci dice Dave Schneider, per alcune aziende è meglio spendere i propri soldi con altre tecniche di marketing più produttive, soprattutto se si tratta di un’azienda di nicchia, con un target di mercato molto specifico. E anche quando siete assolutamente sicuri che il SEO sia appropriato al vostro caso, non dovete puntare tutto e solo su questa pratica.
Il SEO non è una pillola magica, non è un rimedio di marketing on line. E’ solo una delle tante attività efficaci di marketing on line, alla quale però se ne devono affiancare molte altre. Il SEO non esiste più come strategia autonoma per ottenere maggiore visibilità nella ricerca. Si può avere successo solo se viene visto come parte di un approccio più grande, più olistico al marketing in cui i contenuti, i social media, il networking, la costruzione di comunità – una visibilità online globale, in altre parole – sono completamente interconnessi e interdipendenti.
5. Inizia con le tecniche SEO
Giusto per avere un linguaggio comune, definiamo che cosa si intende con tecniche SEO. La tecnica SEO e la pratica di ottimizzare il vostro sito dal punto di vista del back-end. Una terza via, quindi, rispetto alle tecniche on-page e off-page. E’ un dato di fatto che Google negli ultimi tempi abbia deciso di bannare i siti che si presentano come approssimativi oppure hanno evidenti difetti. Diversi esperimenti hanno dimostrato come apportare piccole modifiche ad un sito per migliorare la sua ottimizzazione si sia dimostrata la strategia vincente per guadagnare un ranking migliore. E’ importante, quindi, concentrarsi sul link building e sui contenuti solo dopo aver ottimizzato il proprio sito web. Passiamo cosi tanto tempo a studiare nuove argomentazioni che ci dimentichiamo del passato, invece le regole di base del SEO sono sempre in auge e portano ad avere una perfetta ottimizzazione. D’altra parte, lo stesso Google ci aiuta in questo dandoci delle dettagliate linee guida. Vale la pena studiarle, no?
Giusto per avere un linguaggio comune, definiamo che cosa si intende con tecniche SEO. La tecnica SEO è la pratica di ottimizzare il vostro sito dal punto di vista del back-end. Una terza via, quindi, rispetto alle tecniche on-page e off-page.
E’ un dato di fatto che Google negli ultimi tempi abbia deciso di bannare i siti che si presentano come approssimativi oppure hanno evidenti difetti. Diversi esperimenti hanno dimostrato come apportare piccole modifiche ad un sito per migliorare la sua ottimizzazione si sia dimostrata la strategia vincente per guadagnare un ranking migliore.
E’ importante, quindi, concentrarsi sul link building e sui contenuti solo dopo aver ottimizzato il proprio sito web. Passiamo così tanto tempo a studiare nuove argomentazioni che ci dimentichiamo del passato, invece le regole di base del SEO sono sempre in auge e portano ad avere una perfetta ottimizzazione. D’altra parte, lo stesso Google ci aiuta in questo dandoci delle dettagliate linee guida. Vale la pena studiarle, no?
6. Le Battaglie combattute dal SEO sono on-page
Alcuni pensano che per vincere la battaglia del posizionamento su Google occorra esclusivamente concentrarsi sulle tecniche SEO off-page. Anche in questo caso, le parole di un esperto come Jeremy Rivera ci possono aiutare a capire.
Infatti, secondo il professionista tutto il lavoro fatto dal SEO a livello di off-page risulterebbe vano se non ci fosse un’ottimizzazione delle pagine secondo i più classici canoni. Stesso discorso vale, ad esempio, per la pratica del link building che non ha senso se le pagine oggetto di questa attività non sono state trattate dal punto di vista dell’on-page.
7. Il Link Building
Abbiamo appena finito di dire che RankBrain aiuta Google a capire meglio il contenuto di una pagina e ad inserirlo nei risultati di ricerca al posto giusto. In realtà, però, al posizionamento concorrono anche le tecniche SEO off-page, una su tutte la costruzione del link building. Ciò non vuol dire, ovviamente, che basti fare dei contenuti fantastici affinché gli altri siti decidano di “linkarsi” al nostro. Questo approccio funziona, è ovvio, ma purtroppo non basta. In realtà, la costruzione di link è un lavoro duro e porta via molto tempo e sforzo da parte tua.
Soprattutto se stai iniziando da zero e non hai nè legami con altri webmaster nè influenza on line, sarà molto difficile per te procedere con il link building. Ecco perché ci sono ancora tante agenzie che offrono servizi di link building manuale e professionali per aiutare le startup e le vecchie società che non hanno molta autorità/influenza e basi per guadagnare la fiducia e collegamenti da parte di autori/creatori di contenuti. Allo stesso tempo, è anche importante mettere a fuoco la pertinenza dei tuoi backlinks e dei contenuti pure.
Questi sono tutti fattori chiave che Google guarda per il posizionamento del tuo sito. Non tutti i link sono uguali. Da anni Google è in grado di differenziare i tipi di collegamento per la loro posizione sulla pagina, il contesto, la pertinenza e molti altri fattori (ad esempio collegamenti di immagine). I collegamenti posti all’interno dei templates sono abbastanza facili da individuare e sono trattati in modo diverso rispetto a quelli previsti nel contesto editoriale.
8. Ricerche e utenti felici
Qual è l’intento principale di Google (oltre a fare tonnellate di soldi)?
Come motore di ricerca, Google vuole soddisfare il suo utente. Ciò significa che si deve offrire la migliore esperienza per chi lo utilizza per le sue ricerche. Anche se non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte di Google circa l’utilizzo dei dati sul comportamento degli utenti come fattore importante di ranking, molti degli esperti intervistati ritengono che Google lo faccia.
Dati come la velocità di caricamento della pagina, il gradimento su articoli e risposte, la possibilità di utilizzare il sito anche da piattaforme diverse e da device differenti sono tutti segnali dei quali Google tiene molto conto. La soddisfazione del cliente è uno degli indicatori di ranking più tenuti in considerazione.
9. Caccia al primo posto
Il web è pieno di consigli su come conquistare il primo posto nei motori di ricerca. In realtà, non sempre è un bene avere il primo posto. Infatti, spesso i SEO si concentrano troppo su una sola parola chiave, quella che dovrebbe nelle intenzioni meglio identificare il proprio prodotto, e dimenticano che invece Google premia soprattutto le keywords con coda lunga.
E’ bene, allora, che i webmaster valutino di volta in volta qual è la soluzione migliore per i clienti che stanno trattando.
10. Il traffico non è sempre quello che ti serve
Come è possibile, vi chiederete, che un sito non abbia necessità di traffico? Uno dei miti SEO che più si deve sfatare è che il traffico sia sempre un elemento positivo. Spesso, infatti, le attività SEO portano ad un incremento dei livelli di traffico ma in realtà ciò di cui il sito ha veramente bisogno è traffico utile.
E’ meglio, quindi, avere meno traffico ma far sì che quelli che visitano il sito siano realmente interessati alle nostre informazioni, al nostro prodotto, al nostro brand.
12. Il SEO non ha risultati immediati
La maggior parte dei clienti si aspetta risultati immediati dal SEO. In realtà, il SEO è un investimento a lungo termine e può richiedere più di qualche mese per osservare eventuali miglioramenti. Si tratta di tecniche a lungo termine che mirano a conquistare un nuovo cliente in almeno 12 mesi e non si può pensare di avere risultati immediati in appena 12 giorni, come tanti clienti chiedono.
13. Gli esperti di Google non vi diranno tutta la verità
Chi si approccia al mondo del SEO deve sapere fin da subito che tutto quello che Google dice non corrisponde alla completa verità. Infatti, anche se il più importante motore di ricerca al mondo mette a disposizione degli utenti una sorta di manuale per il posizionamento, non sempre le guide che si trovano on line comprendono tutto quello che potrebbe essere utile per migliorare effettivamente il proprio ranking. Per anni, infatti, le persone hanno creduto ciecamente alle parole dei rappresentanti di Google come John Mueller, Matt Cutts e Maile Ohye senza, però, riuscire ad ottenere i risultati sperati.
La verità è, però, che le dichiarazioni che provengono da Google non sono progettate per servire gli interessi dei webmaster, quanto piuttosto quelli di Google. In molti casi non è neanche un’omissione voluta ma l’algoritmo e il suo funzionamento è così complesso da non essere facile riuscire a spiegare tutti i meccanismi e le implicazioni. Il software non funziona sempre nel modo in cui è stato progettato per funzionare!
14. Il SEO non può essere uguale per tutti
E’ un grandissimo errore pensare che la tecnica SEO possa andare bene per ogni tipo di sito. Molti – purtroppo anche persone che lavorano nel settore – sono convinti che le stesse tecniche vadano bene per ogni pagina e sito. In realtà, proprio perché i siti e il web più in generale sono in continua evoluzione, ci sono tecniche che andranno bene in certi casi e altre per altri siti.
Tutti gli esempi che si possono trovare nei manuali di SEO sono solo esemplificativi ma spetta, poi, al singolo webmaster riuscire a capire quali sono le tecniche più adatte per ottenere i risultati migliori.
15. Non si può semplicemente ottimizzare e poi dimenticre
Un altro mito da sfatare è quello che il lavoro del SEO abbia una conclusione: un sito si ottimizza e poi si può lasciare a se stesso.
E’ importante sottolineare che il SEO è un processo, non un singolo evento. E non potrebbe essere diversamente visto che i siti moderni, ormai, non sono più statici ma si tratta di entità dinamiche che si modificano in base al tempo, alle esigenze, al target di riferimento. Come dice Tor Magne Refsland: “Desiderate la prima posizione in Google? Allora dovete costantemente alimentare la bestia SEO”.
16. le parole chiave di lunga coda sono le vere vincitrici
Con il termine parola chiave di lunga coda si intende quelle chiavi di ricerca molto lunghe che rivelano un chiaro intento specialistico. Nella maggior parte dei casi, infatti, i webmaster dei siti inseriscono tags e keywords composti al massimo da 3 oppure 4 elementi, mentre inserire tags più corposi vuol dire essere più corrispondenti a quello che gli utenti stanno cercando on line.
Come ci ricorda Edward Sturm, gli utenti hanno imparato ad inserire in Google descrizioni molto dettagliate di ciò che stanno cercando. Inserire nei propri tags descrizioni altrettanto dettagliate vorrà forse significare perdere una fetta anche importante di traffico generalista ma gli utenti intercettati saranno sicuramente più interessati al nostro prodotto e genereranno un traffico di maggiore qualità.
17. Il SEO e le pubbliche relazioni
Una delle verità più importanti che è emersa da tutti questi discorsi è che il SEO da solo non è efficace ma ha bisogno di una serie di rapporti e interconnessioni per essere efficace. Il SEO moderno è basato tutto sulle relazioni perché è necessario, ad esempio, avere link su siti autorevoli per ben posizionarsi.
Questi collegamenti, ovviamente, si acquisiscono solo con relazioni stabili. Bisogna imparare a guardare gli altri non solo come concorrenti ma come potenziali interlocutori del settore, con i quali stabilire solide relazioni per creare nuove opportunità di visibilità. Non serve studiare la concorrenza solo per rubare le sue strategie ma occorre lavorare insieme perché il web è grande e c’è davvero posto per tutti.
In conclusione
Cosa ne pensi di tutto quello che è stato detto? Sei d’accordo con le controdeduzioni degli esperti sul SEO e le sue verità? La speranza è che davvero questa guida possa essere stata utile ma se hai dei commenti o delle controdeduzioni che vuoi condividere, commenta pure l’articolo!