Native Advertising, di cosa stiamo parlando?
“Il native advertising è una forma di pubblicità sul world wide web che, per generare interesse negli utenti, assume l’aspetto dei contenuti del sito sul quale è ospitata. L’obiettivo è riprodurre l’esperienza-utente del contesto in cui è posizionata sia nell’aspetto che nel contenuto”. (Wikipedia).
Con il progredire di internet e soprattutto con lo sviluppo dei social networks, si è andato modificando completamente il legame fra gli utenti consumatori ed i marchi. Questo ha portato all’utilizzo di nuove strategie di marketing come appunto la Native ADV.
Proprio per le sue caratteristiche la Native Advertising è molto difficile da individuare, in quanto è in grado di confondersi bene con l’organico del sito in cui si trova inserita. Questo è reso più complicato dal fatto che tale tipologia di pubblicità non è regolata da alcuna norma o linea guida.
È importante inoltre dire subito che la native advertising non è per forza la stessa cosa dei contenuti pubblicitari classici, infatti spesso si tende a confonderli ma sono due elementi virtuali completamenti diversi tra loro.
La pubblicità nativa è controproducente?
“Don’t trick them. Don’t piss them off”.
Questa frase è stata estrapolata dal discorso tenuto da Eric Goeres, direttore della rivista Times, durante la conferenza Truth in Advertising. Con tali parole Goeres ha voluto sottolineare quanto la Native Advertising possa essere svantaggiosa nei confronti della fiducia dell’utente. Infatti, molto spesso questi contenuti possono intaccare negativamente la user experience del consumatore e irritarli in modo tale da fargli abbandonare la pagina su cui si trovano.
I brand famosi e le marche utilizzano molto gli annunci della Native Advertising, soprattutto perché statisticamente in questo caso i tassi di click-through sono molto più elevati rispetto alla classica pubblicità.
Proprio per questo la Federal Trade Commission, un’agenzia governativa americana che tratta la tutela dei consumatori, sta prendendo in considerazione di stilare delle norme in grado di regolare gli annunci di native advertising utilizzati dai brand. Mentre l’American Society of Magazine Editors ha richiesto che ci sia maggiore trasparenza e controllo nei confronti di questa tipologia di pubblicità che sta prendendo sempre più piede.
Come suddetto, il motivo per cui molti editori non stravedono per la Native Advertising è perché questo stile di pubblicità può portare a diminuire la fiducia degli utenti.
Un po’ di numeri interessanti sulla Native ADV
- Circa la metà dei consumatori online non ha la più pallida idea di che cosa sia la Native Advertising;
- Dei consumatori che conoscono questa tipologia di pubblicità, il 51% è molto scettico al riguardo;
- Tre su quattro testate editoriali utilizzano la Native Advertising sulle loro pagine web;
- Il 41% dei brand impiega la Native Advertising nelle campagne pubblicitarie più ampie.
Fatti a modo gli annunci di questa tipologia di pubblicità possono essere molto interessanti, accattivanti e stimolanti, perfetti per far crescere la brand awareness di un marchio. È necessario trovare un equilibrio per utilizzare questo metodo.
La modalità più conosciuta di Native Advertising sono sicuramente i In-Feed Units, cioè i promoted posts di Facebook e i promoted tweets di Twitter.
Questa tipologia di pubblicità è molto simile al content marketing.
La differenza fondamentale è che la prima è utilizzata per scopi esclusivamente promozionali, mentre il secondo viene impiegato soprattutto con obiettivi promozionali.
L’America è il paese che utilizza più Native Advertising in tutto il mondo. Sono diversi i portali che permettono questa tipologia di pubblicità, quali Sharethrough, Nativo, WP BrandConnect, o Forbes Brandvoice.
Il New York Times stesso nella sua forma digitale, dal 2013, ha deciso di investire sempre di più in native advertising, andando a promuovere articoli del Dell.
La Native Advertising è una modalità di pubblicità sempre più in voga al giorno d’oggi, viene utilizzata per promuovere qualsiasi cosa e può integrarsi così bene con il sito in cui è inserita da non riuscire a riconoscerla con facilità. E qui entriamo in campo noi, Progetto Web Firenze è al tuo fianco per qualsiasi domanda, dubbio o incertezza. Contattaci.