Costruire link efficaci per favore il successo delle startup
Essere visibili sul web significa comparire nella prima pagina dei risultati (SERP, Search Engine Results Page) forniti dai motori di ricerca più popolari, come Google. Infatti, la stragrande maggioranza degli utenti, per l’esattezza il 75% secondo i dati raccolti dal blog Search Engine Journal, si ferma alla prima pagina.
Esistono svariate strategie SEO per aumentare la propria visibilità e scalare le SERP. Però, avviare una startup implica che si dovrà gestire il business con un quantitativo molto limitato di risorse, quindi è necessario individuare delle tecniche che abbiano un rapporto qualità-prezzo favorevole.
Qual è una strategia SEO per far comparire il proprio sito aziendale sulla prima pagina di Google in maniera efficace? Come si può promuovere la propria startup in modo veloce ed economicamente vantaggioso anche con poche risorse a disposizione? La risposta è la Link Building.
Un’importante occasione di riflessione sul tema è stato il seminario online tenuto dall’imprenditore Jon Quinton, fondatore del portale di consulenza digitale Overdrive Digital e grande esperto in materia di Link Building. Il blog SEMrush ha approfittato di questa opportunità per fargli alcune domande, così da imparare i trucchi del mestiere da un vero professionista. Durante la sua conferenza, Jon ha svelato alcune delle strategie che ha sfruttato per avere successo nel settore delle startup, e ha illustrato la propria visione personale sul tema della Link Building.
Riassumendo le sue parole, secondo Jon la ricetta per costruire una rete di link di successo, se si gestisce una realtà appena avviata sul mercato, è composta da:
- identificazione di soluzioni veloci
- verifica delle menzioni prive di link già esistenti su siti web esterni
- costruzione di relazioni commerciali durature, intensificando la collaborazione con i partner esistenti
- analisi del comportamento dei competitor con l’aiuto di piattaforme e strumenti di settore
- individuazione dei domini web che menzionano la competizione, ma non inseriscono link diretti verso il proprio sito web.
Delle molte domande poste da SEMrush a Jon per approfondire l’argomento Link Building, alcune sono particolarmente interessanti per chiunque voglia promuovere con successo il sito web della propria startup. Qui di seguito, sono riportate le sue risposte e i suoi commenti più illuminanti, da usare come vademecum per avere successo nell’ottimizzazione SEO del proprio sito web aziendale.
Come costruire una rete di link da zero?
Da dove si comincia? Questa è una delle domande più frequenti che pone chiunque si appresti a creare per la prima volta una serie di link in entrata verso il proprio sito web. Chi non ha alcuna competenza pregressa, quale percorso deve seguire per recuperare il distacco con la concorrenza? Partire da zero può apparire spaventoso e scoraggiante, e molti hanno difficoltà a capire quali strategie scegliere per iniziare. Ecco quindi che Jon Quinton ha rivelato la sua opinione in merito, ripercorrendo le fasi iniziali della sua carriera per mostrare la propria esperienza personale.
Secondo Jon, un esercizio estremamente utile è annotarsi una lista di idee, mettendo per iscritto tutte le strategie che si crede possano essere eseguite abbastanza velocemente. Il focus in questa fase deve essere la rapidità e la certezza di concludere l’operazione, quindi è opportuno concentrarsi su tecniche che si ritengono fattibili nel breve periodo senza che subentrino complicazioni. Ad esempio, ci si può concentrare sulle relazioni aziendali già costruite in modo solido per vedere se queste ci permettono di acquisire un link in modo veloce.
Un’altra possibilità è la stima delle nuove opportunità relazionali con altri partner, eseguendo delle rapide operazioni di PR. Altrimenti, si possono analizzare le scelte e le pratiche adottate dai competitor così da estrapolare e copiare qualche tecnica vincente per trarne vantaggio. Compiere questo processo di riflessione sulle strategie attuabili nell’immediato è fondamentale per stabilire quali fra le innumerevoli strade che si possono percorrere è quella più adatta per iniziare.
Suggerimenti per costruire link con poche risorse e tempo a disposizione
Quando si è deciso da dove cominciare il processo di Link Building, inizia la messa in pratica delle strategie escogitate. Dato che chi avvia una startup deve cercare di limitare al minimo le spese e i tempi di implementazione, Jon Quinton risponde alle necessità di chi vuole costruire link anche se ha risorse economiche e tempistiche ridotte a disposizione. Secondo Jon, si devono scartare tutte le idee eccessivamente complicate, come quelle che richiedono l’elaborazione di contenuti lunghi.
Jon ritiene che ci sia sempre qualche opportunità per costruire una manciata di link in modo veloce senza che sia assolutamente richiesta la scrittura di alcun tipo di contenuto testuale. Altrimenti, se si decide che la realizzazione di contenuti è imprescindibile per l’azienda, ci si dovrebbe comunque concentrare su testi, post e tematiche che possono essere sviluppati nel minor tempo possibile, curando al contempo la leggibilità e la qualità così che gli utenti vogliano consigliarli e condividerli. Ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, questa è la chiave.
Per fare un esempio concreto, Jon ricorda le esperienze personali che gli hanno permesso di raccogliere qualche link in modo veloce. Un episodio degno di nota nella sua carriera è stato la registrazione di alcune interviste con persone influenti e quotate nel settore, contenuti che ha poi pubblicizzato sui social network. In questo modo, ha realizzato dei testi unici e realmente interessanti per gli altri internauti, senza incorrere in costi esosi o tempi geologici: tutto quello che è servito è stata una conversazione di mezzora al telefono e la trascrizione della registrazione.
In quest’ottica di ottimizzazione degli sforzi, Jon consiglia di valutare quali aspetti della propria Link Building possono essere delegati a risorse esterne. Dare in outsource la realizzazione di alcune strategie di Link Building particolarmente lunghe o impegnative è una scelta economicamente vantaggiosa che darà un aiuto sostanzioso per ridurre le attese e il consumo delle energie aziendali. Ad esempio, costruire una lista di contatti per eseguire una strategia di Outreach SEO può richiedere un notevole consumo di tempo, quindi esternalizzare questa operazione è una scelta positiva per partire avvantaggiati sulla concorrenza, al prezzo di una spesa contenuta.
Principi SEO generali
Uno dei quesiti più richiesti dai novizi della Link Building riguarda i principi generali dietro ai processi SEO. Quali sono le regole basilari che definiscono il processo SEO complessivo? Jon Quinton risponde che nella sua carriera ha incontrato un certo numero di principi confermatisi veri nel tempo. Uno dei principi più ovvi è avere una piena comprensione delle parole chiave a cui puntare con le strategie SEO, oltre ad assicurarsi che il sito web sia facilmente accessibile e indicizzabile dai motori di ricerca.
In generale, Jon afferma che il primo step da eseguire è la messa in ordine del sito web, ottimizzando l’architettura delle pagine e delle informazioni, cioè implementare prima le strategie SEO On Page. Solo successivamente si dovrà spostare la concentrazione sulla promozione del sito attraverso la realizzazione di contenuti e la Link Building.
Infatti, Jon ricorda che la regola chiave è solo una: se le fondamenta del sito web non sono solide, il suo massimo potenziale di traffico e profitto non sarà mai raggiunto, non conta quanti link si costruiscono.
Chi puo acquisire link a pagamento?
Molti utenti si chiedono se sia proficuo acquistare dei link a pagamento per rafforzare la Link Building, se sia una pratica inutilmente dispendiosa, o se sia addirittura una scelta che rischia di screditare l’immagine del sito web. Esistono molte opinioni contrastanti su questo argomento, e anche Jon Quinton ha fornito il suo punto di vista sulla questione.
Secondo Jon, procurarsi dei link a pagamento nel modo giusto, senza rischiare ripercussioni future, adesso è diventato particolarmente difficile rispetto al passato. Questo perché Google e gli altri motori di ricerca effettuano controlli sempre più accurati sulla natura dei link, sul tipo di pagine su cui sono inseriti, e sull’effettiva genuinità del loro inserimento all’interno dei contenuti. Solo i link che superano le verifiche e si rivelano spontanei e naturali sono tenuti in considerazione positivamente per l’incremento del Ranking del sito web. Gli altri, rischiano di essere inutili o dannosi, ad esempio se si commette l’errore di inserire il link in un portale web presente nella lista nera di Google.
Jon consiglia di costruire link genuini a lungo termine piuttosto che affidarsi a quelli a pagamento, non perché esistano delle ragioni morali che rendono i link a pagamento peggiori rispetto a quelli gratuiti, ma perché in linea di massima è più semplice e redditizio costruire link naturali. Inserire link a pagamento in maniera efficace richiede il possesso di grandi abilità e capacità analitiche, non può essere una scelta semplicistica e impulsiva. Inoltre, non è sempre chiaro quali si possano considerare link a pagamento e quali no. Alcuni link fanno parte di una categoria grigia di non ben chiara natura, ad esempio quelli inseriti nelle recensioni di prodotti o servizi offerti al recensore senza ricevere in cambio il pagamento corrispondente. Solo perché è l’azienda a coprire il costo del bene o del servizio rilasciato al fine di ottenere una recensione, i link ottenuti di conseguenza possono essere considerati come link acquistati?
In linea di principio, Jon suggerisce di evitare i link a pagamento a meno che non si abbia la certezza assoluta che la natura economica del link non possa essere scoperta in alcun modo. Se questo non è possibile, meglio concentrarsi su altri metodi per procurarsi link.
Come ottenere link da domini autorevoli senza pagarli
Se pagare per ottenere dei link non è sempre un’opzione percorribile senza le giuste competenze, allora sono richieste altre strade. Molti utenti si trovano quindi spiazzati, incapaci di trovare un’alternativa all’acquisto dei link. Com’è possibile ottenere link da portali web molto autorevoli e popolari nel settore senza pagarli? Secondo Jon Quinton, il segreto è pensare come un PR e arrivare a comprendere cos’è che cercano i giornalisti e i redattori che lavorano sui siti web in cui si aspira di essere menzionati.
Ottenere link autorevoli è imprescindibile per una corretta strategia di Link Building. Infatti, è l’affidabilità e la fama del sito web in cui è inserito il link che si rifletterà nel successo del proprio sito web, molto più del numero di link totale. Possedere tanti link provenienti da portali web dalla reputazione bassa o infima porterà scarsi vantaggi, mentre un solo link piazzato in maniera strategica su un’importante pagina di settore può fare un’enorme differenza nel traffico in entrata e nel ranking del sito menzionato. La logica di Google e degli altri motori di ricerca è la stessa applicata in ambito accademico: non tutte le menzioni hanno indistintamente lo stesso peso, solo quelle inserite in pagine autorevoli hanno davvero valore.
L’approccio di Jon per ottenere link in maniera corretta è concentrarsi sul merito individuale dell’articolo offerto. Se la qualità del contenuto vale la lettura e l’attenzione degli utenti, allora non si verificheranno problemi. Jon consiglia quindi di cambiare metodo di investimento del proprio denaro e del proprio tempo. Si devono ridurre le risorse investite nel piazzamento dei link, e si deve investire maggiormente nella realizzazione di contenuti degni di nota, abbastanza interessanti da spingere un giornalista o un articolista a realizzare spontaneamente un articolo tematico a proposito.
Un processo efficace per richiedere i link
Molti utenti faticano a comprendere qual è il processo corretto per proporre a un sito web esterno l’inserimento di un backlink, e quali aspetti vanno tenuti in considerazione durante le proposte di promozione e collaborazione. Nonostante esista un’infinita quantità di informazioni su Internet su come richiedere e ottenere backlink in generale, ed è disponibile un altrettanto grande numero di strumenti e tool online, per tanti proprietari di siti web aziendali è difficile passare dalla teoria alla pratica. In molti si chiedono se esistono dei trucchi da seguire per superare le difficoltà. Quali sono i punti fondamentali da tenere presenti durante le domande per ottenere link?
Jon Quinton conosce perfettamente l’importanza di costruire dei rapporti solidi con portali web e giornalisti esterni, poiché molto del suo successo professionale deriva proprio dall’attenta cura dei rapporti aziendali. Il valore di guest post, interviste, comunicati stampa e articoli redazionali, che contengono all’interno backlink posizionati in modo strategico, è indiscutibile. Ma, come in ogni altra relazione interpersonale, è al livello di approccio e proposta che possono verificarsi dei problemi per i titolari di startup in cerca di promozione.
Non esistono formule segrete per effettuare proposte e richieste efficaci, sostiene Jon, ma tenere a mente alcuni principi di buon senso può essere di notevole aiuto. Prima di tutto, se ci si appresta a contattare dei giornalisti o a rivolgersi a proprietari di siti web di settore, si deve necessariamente considerare quello che loro desiderano o si aspettano. In altre parole, è basilare mettersi nei loro panni per capire il loro punto di vista, e formulare così la proposta migliore.
Quando si cerca di presentare e pubblicizzare i propri contenuti a un editore, Jon consiglia di fare un passo indietro ed eseguire un’analisi accurata per stabilire se i contenuti in oggetto sono adatti per l’editore a cui ci si rivolge. Si devono controllare e valutare le storie e i post pubblicati in precedenza dai giornalisti e dai siti web da cui si vorrebbe essere promossi, così da capire quali effettivamente realizzano pezzi attinenti al proprio settore aziendale di competenza.
Ci si dovrà poi chiede quali sono le fonti e gli autori degli articoli pubblicati sui portali di interesse, quali siti web impiegano risorse esterne e in quale quantità. Un portale che non pubblica contenuti realizzati da terze parti, come guest post e interviste, difficilmente farà un eccezione anche di fronte alla proposta presentata nel migliore dei modi. È quindi opportuno scartare questo tipo di opzioni e puntare solo ai siti web e agli editori che si avvalgono abitualmente di collaborazioni esterne per i loro contenuti.
Prima di lanciarsi nella proposta di collaborazione, Jon ricorda che è meglio avere una relazione solida con il sito web o il giornalista di riferimento. Si dovranno quindi soppesare i metodi per costruire un rapporto proficuo per entrambe le parti precedentemente alla proposta dei contenuti. Quello che il proprietario della startup deve chiedersi è: quale valore aggiunto possono fornire i miei contenuti al gestore del portale web esterno? Se non si è in grado di individuare nessun valore offerto dal proprio contributo, allora la richiesta di link sarà certamente fallimentare.
Infine, riguardo alla stesura pratica della proposta per siti web ed editori, Jon raccomanda di essere chiari e concisi. Giornalisti, blogger e web master affermati ricevono continuamente un gran numero di proposte di collaborazione dello stesso genere, quindi è fondamentale farsi notare e spiccare nella massa in modo positivo. Si dovrà spiegare brevemente il contenuto che si offre, cercando di essere originali e creativi, si dovranno mettere in luce le potenzialità del contenuto e comunicare esplicitamente quali sono i motivi vincenti per cui l’offerta dovrebbe essere presa in considerazione.
Il giusto tipo di ancoraggio del link
Una delle principali incognite quando si cerca di inserire un link nei siti web esterni è l’ancoraggio. Il tipo e il testo dell’ancoraggio è a discrezione del proprietario del portale web, il quale potrebbe non essere sempre disposto ad accettare indicazioni o richieste specifiche. Se si vuole avere controllo sull’ancoraggio, bisogna correre ai ripari e intervenire subito in maniera preventiva. Gli utenti si chiedono quindi se vada indicato un ancoraggio specifico o ottimizzato direttamente al momento della presentazione della proposta per ottenere il backlink, o se è meglio lasciare l’ancoraggio interamente alla descrizioni del proprietario del sito web ospitante. Meglio permettere al sito esterno di decidere come mostrare testualmente il backlink, o stilare una richiesta specifica che potrebbe dissuadere il ricevente?
Anche Jon Quinton condivide questi dubbi, e ammette di aver investito moltissimo tempo e risorse nella gestione dei processi di Outreach per assicurarsi di ottenere i miglior ancoraggi possibili. Ultimamente, però, il suo approccio è cambiato. Da quando Google ha implementato Penguin, un algoritmo per distinguere i processi promozionali virtuosi da quelli negativi, Jon ha deciso di lasciare completa libertà ai proprietari dei siti web ospitanti in materia di ancoraggio, così da evitare eventuali ripercussioni negative sul ranking. Poiché la decisione è spostata su una persona esterna, il risultato di questo approccio è un mix di testi di ancoraggio diversificati, che appaiono più naturali e genuini agli occhi di Google.
Costruire link attraverso infografiche e video
La nuova frontiera delle pratiche di Link Building coinvolge non solo brani testuali, ma anche contenuti multimediali a tuttotondo. Per rafforzare la presenza sul web con backlink e menzioni, sempre più utenti si applicano nella creazione di contenuti che includono immagini, animazioni e musiche, come infographics e video. Questo tipo di contenuti richiedono tempi e costi maggiori rispetto alla produzione di ordinari contenuti prevalentemente testuali, poiché necessitano di abilità nel design e nella regia, oltre a software specializzati nell’editing di immagini e nel montaggio video. In molti casi, l’implementazione di contenuti multimediali si è dimostrata molto benefica per la Link Building, ma la domanda che tanti utenti legittimamente si pongono è se infografiche e video assicurano un successo sufficiente da compensare i costi e le energie investite nella realizzazione.
A questo proposito, Jon Quinton testimonia di aver ottenuto risultati molto positivi dall’utilizzo di video e infographics, confermando la loro efficacia quando sono impiegati in modo corretto. Riguardo all’utilizzo, in base alla sua esperienza è consigliabile non implementare infografiche e video impulsivamente, ma prima riflettere sul modo in cui possono arricchire il sito web aziendale. Prima di procedere con la creazione di video e infographic, si devono considerare gli obbiettivi che si vogliono raggiungere con i nuovi contenuti multimediali, e poi quali sono le tematiche che funzioneranno meglio in forma visuale. Solo queste riflessioni permetteranno di prendere una decisione ponderata sui formati da implementare.
Jon si è trovato ad affrontare una situazione simile durante il suo lavoro, quando ha collaborato con una società di yoga. In quel caso, la società ha richiesto il suo consulto per eseguire un’analisi completa dell’attività di web marketing e formulare una strategia SEO efficace che potesse essere seguita in maniera continuativa nel tempo. Nella sua analisi, Jon prestò particolare attenzione ai contenuti, la vera chiave nella promozione di un’attività come quella in oggetto, e presentò alcune idee per migliorarne la natura o l’impatto recepito dagli utenti.
Nel caso riportato, realizzare un contenuto video sarebbe stato assolutamente appropriato ed efficace. Ad esempio, la società poteva realizzare un video con i propri docenti e abbonati dove mostrare gli allenamenti effettivamente svolti a lezione. Poteva spingersi fino alla creazione di un intero repertorio di video didattici con cui insegnare alle persone come fare yoga nel modo giusto. Ma in quel contesto, un’infografica non sarebbe risultata altrettanto efficiente. Come si possono mostrare delle azioni dinamiche attraverso immagini statiche? Semplicemente, non avrebbe funzionato altrettanto bene, perché non era il formato idoneo al servizio promosso. Creare un infographic in maniera impulsiva avrebbe portato a costi comparabili a quelli del video, ma non sarebbe riuscito a comunicare il messaggio in modo ugualmente diretto, naturale e coinvolgente. La chiave di lettura sta quindi non nel formato astratto in sé e per sé, ma nel modo in cui il formato interagisce con l’offerta dell’azienda e nelle caratteristiche che si adattano meglio all’esplicitazione del messaggio e della mission aziendale.